di Daniele Reali
FOLLONICA – Sono oltre 12.500 i migranti stranieri presenti in provincia di Grosseto. I dati, che si riferiscono al 2011, sono stati illustrati a Follonica in occasione della presentazione del Dossier 2012 sull’Immigrazione curato da Caritas e da Migrantes.
Nel dossier, che contiene i dati e le informazioni relativi tutte le regioni italiane, si scopre che il numero di immigrati che vivono in Maremma rappresenta il 5% della popolazione complessiva. Secondo lo studio di Caritas nel 2011 gli immigrati extracomunitari in Toscana erano circa 284.000, mentre la provincia con maggiore presenza rimane ancora Firenze (95 mila), seguita da Prato (38 mila).
Durante la presentazione del dossier che ha visto la presenza del vescovo di Massa Marittima Monsignor Carlo Ciattini e dei rappresentanti delle Caritas che operano nelle tre diocesi della provincia, è stato messo in evidenza che la presenza di stranieri sul nostro territorio e nella nostra società rappresenta una risorsa anche per il contributo che viene offerte alla nostra economia. «Gli immigrati non hanno soltanto accesso ai nostri servizi, ma sempre di più lavorano e pagano le tasse» ha spiegato Luca Grandi della Caritas Diocesana di Grosseto.
Tornando ad analizzare i dati del dossier si può notare come le comunità straniere più presenti sono quella romena, quella albanese e quella marocchina. Forte in Maremma, a differenza del resto della regione, è la presenza di immigrati dall’est europeo e in particolare da paesi come Ucraina e Moldavia. In Toscana invece è quella albanese (69 mila) la comunità più numerosa, seguita da quella cinese (46 mila), dalla marocchina(30 mila), filippina (12 mila), ucraina (11 mila) e peruviana (10 mila).
Sempre nel 2011 in provincia di Grosseto sono stati rilasciati oltre 6 mila permessi di soggiorno di durata limitata e più del 50% per motivi di lavoro.
Guardando i dati a livello regionale emerge che negli ultimi anni l’immigrazione in Toscana si è spostata sempre di più verso la costa, e in particolare nelle province di Livorno e Grosseto, è cresciuta percentualmente di più rispetto ad altre zone come ad esempio l’area metropolitana fiorentina dove il fenomeno ha raggiunto una certa saturazione.