GROSSETO – Molti conoscono la storia della Maremma, i più colti e curiosi hanno dei riferimenti, dei segni che essa ha lasciato sul territorio come torri, castelli, strade e monumenti e li utilizzano per meglio orientarsi tra le stratificate vicende di etruschi e romani, longobardi e senesi, granduchi fiorentini ed asburgo-lorenesi. Solo pochi però sanno leggere il territorio nel suo insieme, partendo dalle caratteristiche geografiche ed idrogeologiche, strettamente connesse con le esigenze abitative, alimentari, difensive di coloro che hanno abitato questa terra dalla preistoria fino ai nostri giorni. Non sfugge infatti come l’Etruria costiera sia stata una terra preziosa per i tanti porti naturali che offriva, che le coste basse e sabbiose abbiano fornito il sale ai commercianti di tutte le epoche, che la Roma repubblicana ed imperiale abbia realizzato strade, visto fiorire città come Cosa e Roselle, operato centuriazioni e bonifiche, realizzato ville di mare e di campagna, che altro non erano se non aziende estremamente produttive.
Il medioevo ha più di ogni altra epoca segnato il nostro paesaggio, poiché la maggior parte dei centri maremmani, compresa la città di Grosseto, sono stati fondati in quell’epoca. Per trovare un’altra rivoluzione nel paesaggio dobbiamo fare un salto nel tempo di almeno 500 anni, ed assistere a quella radicale, profonda trasformazione che fu operata con le bonifiche. Per poter ripercorrere la storia del nostro paesaggio, comprenderne le caratteristiche e imparare a riconoscerne i segni, sabato 16 febbraio alle ore 15:30 presso l’Archivio di Stato di Grosseto c’è una straordinaria opportunità: l’architetto Pietro Pettini terrà una conferenza per il Soroptimist International Club dal titolo “Le trasformazioni del paesaggio maremmano nel corso dei secoli”, a cui sono tutti invitati.