GROSSETO – «La rete aeroportuale toscana comprende anche lo scalo civile di Grosseto» ad affermarlo Luca sani e Marco Simiani, candidati alla Camera e al Senato per il Pd che proprio per questo chiedono di rivedere la programmazione degli aeroporti toscani. «La rete non si esaurisce negli scali di Pisa e Firenze che – proseguono – sarebbe un bene s’integrassero per meglio competere nel panorama nazionale, ma si estende anche all’aeroporto civile di Grosseto. Senz’ombra di dubbio una realtà che sta dimostrando una propria vitalità e soprattutto ha concrete possibilità di attrarre nuovi flussi di traffico legati al turismo. Oggi tuttavia la discussione è solo incentrata sul recupero del declassamento degli aeroporti di Pisa e Firenze, quando società di gestione e Regione Toscana dovrebbero battere la strada di riorganizzare la rete regionale puntando sulla specializzazione degli scali, com’è avvenuto in Lombardia. Dove Malpensa è l’Hub intercontinentale, Linate il city airport e Orio al Serio quello per i charter.»
«In questo senso l’aeroporto di Grosseto, nonostante la crisi è riuscito in questi anni a consolidarsi puntando su charter turistici e jet privati – ricordano i due candidati -. La società di gestione di Ampugnano (Siena), inoltre, è stata messa in liquidazione, e allo stesso tempo il piano aeroportuale nazionale ha escluso la realizzazione dello scalo di Viterbo. Quello di Grosseto, quindi, è un aeroporto che ha le condizioni per svolgere un ruolo significativo a servizio della Toscana costiera, del sud e dell’alto Lazio. Le ottime condizioni meteo e ambientali, una pista lunga 3 km e larga 45 metri, un’aerostazione in grado di accogliere 100.000 turisti all’anno e i lavori in corso su Due mari e Corridoio tirrenico, sono gli elementi che giocano a suo favore. Per questo, in definitiva, bisogna che la discussione sull’infrastruttura aeroportuale toscana cambi marcia, e si cominci a ragionare in termini di rete all’interno della quale ogni snodo abbia una propri specializzazione. Discussione sulla quale, fra l’altro – concludono -, dal senatore Mugnai ci saremmo aspettati un’attenzione diversa e partecipe delle sorti dello scalo civile maremmano».