GROSSETO – “Fatta la legge si scopra l’inganno”. Così il presidente di Coldiretti Grosseto, Francesco Viaggi, commenta il blitz che funzionari della sua federazione hanno effettuato in alcuni supermercati della città, “alla ricerca dell’extravergine perduto”. I campioni di olio acquistato a caso sono stati inviati a Firenze, dove il contenuto verrà analizzato e confrontato con la relativa etichettatura allo scopo di verificarne la coerenza. “Si tratta di una iniziativa – spiega Viaggi – a tutela sia del consumatore che dei nostri produttori, finalmente protetti da norme puntuali e specifiche”.
Il 14 gennaio è stata infatti approvata la legge relativa a “Norme sulla qualità e la trasparenza della filiera degli oli di oliva vergini”, fortemente caldeggiata da Coldiretti, che aveva in proposito organizzato nel novembre scorso una grande convention a Firenze, con la partecipazione del presidente nazionale Sergio Marini. “Da questo momento – aggiunge Viaggi – abbiamo in Italia gli strumenti per difendere il più rappresentativo prodotto agricolo italiano dalle contraffazioni, che hanno fortemente penalizzato i produttori di olio extra vergine d’oliva italiano e ingannato i consumatori. E sarà possibile individuare e smascherare, grazie alle analisi chimiche ed organolettiche, le ‘miscele’ di olii nati dall’unione di prodotti comunitari e altri ottenuti da olive che hanno fatto lunghi viaggi prima di entrare nel Bel Paese”.
La nuova legge permetterà di perseguire per “contraffazione”, secondo l’articolo 517-quater del codice penale, chi adopererà in maniera impropria etichette che evocavano luoghi di produzione diversi dalla reale origine delle olive. Il contrasto al fenomeno dell’olio taroccato è particolarmente significativo per l’economia a agricola della Maremma, atteso che solamente la produzione dell’Olma di Braccagli si aggira – a secondo delle annate – attorno ai 15.000 quintali di “extra vergine di oliva Toscano”. Quasi il 40% di tutto il prodotto certificato dal Consorzio di tutela della regione.