AMIATA – Nelle scuole di Arcidosso arriva il progetto “Acqua in caraffa”. Domani, giovedì 7 febbraio alle ore 10 presso l’istituto comprensivo Davide Lazzaretti di via Risorgimento il presidente dell’Acquedotto del Fiora Claudio Ceroni e il sindaco di Arcidosso Emilio Landi consegneranno infatti le caraffe destinate alle scuole primarie al dirigente scolastico Patrizia Matini e alla docente Antonella Sabatini. L’iniziativa, che da alcuni anni il gestore del servizio idrico integrato porta avanti in collaborazione con le amministrazioni comunali, ha come obiettivo la promozione dell’acqua del rubinetto, di ottima qualità, e la riduzione dei rifiuti plastici, con la conseguente tutela dell’ambiente.
Nell’occasione, l’istituto presenterà anche il progetto “Il canto dell’acqua” a cui partecipano le classi: I A e B, II e III A, III e IV B della scuola primaria di Arcidosso e la II sezione della scuola dell’infanzia. Si tratta di un laboratorio – previsto per tutta la durata dell’anno scolastico – in cui si parlerà del ciclo dell’acqua, del suo corretto uso e del risparmio idrico. Sono inoltre previsti incontri con esperti del settore, canzoni e servizi fotografici sempre sul tema dell’acqua.
“Sono molto felice di prendere parte a progetti di questo tipo, perché i bambini sono i cittadini di domani ed è a loro che dobbiamo dedicare molta attenzione nel diffondere una diversa cultura dell’acqua basata sul suo uso corretto e sostenibile – commenta Claudio Ceroni, presidente di Acquedotto del Fiora – Proprio con questo obiettivo, come azienda abbiamo deciso di regalare loro il libro “Acqua in mente”, un viaggio all’interno dell’affascinante mondo dell’acqua per imparare, divertendosi, tutto ciò che c’è da sapere su una risorsa tanto preziosa e importante nella nostra vita quotidiana”. “Inoltre, regalando queste caraffe, vogliamo rendere consapevoli i ragazzi che si può bere acqua di ottima qualità direttamente dal rubinetto, a scuola come a casa o presso i fontanelli – continua Ceroni – Così facendo tuteliamo l’ambiente, perché si riducono in modo consistente la produzione e lo smaltimento dei rifiuti plastici e le relative emissioni di anidride carbonica. In più, si ottiene un cospicuo risparmio sulla spesa annua per l’acquisto delle minerali, cosa che in questi tempi di crisi non può che essere positiva”.