ROCCASTRADA – Una grossa croce in rame, ma anche le lettere e le date dalle lapidi. È quanto è sparito dal cimitero di Roccastrada, dove i ladri si sono dedicati anche al lavoro certosino di scalpellare le lettere dei nomi e i numeri delle date dalle lapidi. Il furto di rame, lo abbiamo visto nei giorni scorsi, quando a Grosseto è stato trafugato il monumento ai martiri di Nassiriya, non si ferma praticamente di fronte a nulla. Neppure al dolore dei familiari dei defunti che vedono così, con l’asportazione del nome, quasi negata la memoria ai propri cari (immagine di repertorio).
Una volta chi rubava il rame si accontentava (si fa per dire) delle canalette di scolo di vecchie abitazioni spesso disabitate. Ma ultimamente i ladri non hanno paura a rischiare. Nella campagna attorno a Giuncarico, da un podere, sono sparire grondaie e canali. I proprietari non se ne erano neppure accorti, e avevano chiamato un operaio perché «ci piove nel portico». È stato l’uomo ad accorgersi che la casa era stata completamente spogliata dei canali di scolo.
Un mercato, quello del rame, che sembra essere particolarmente remunerativo. Il rame vecchio viene infatti venduto a 3,80 euro al chilo, quello rigenerato sale a 5 euro, mentre quello nuovo arriva ad 11. Certo, non è oro, ma in genere è molto meno rischioso da rubare, e ladri senza scrupoli che non guardano in faccia a nessuno, evidentemente, non mancano.