di Barbara Farnetani
GROSSETO – Rispetto, tutela dei diritti e giustizia. Sono queste, secondo il segretario dei Comunisti Italiani Marco Barzanti, le basi fondamentali per far ripartire una società civile e democratica. Dal lato opposto, sempre secondo Barzanti, Berlusconi e un Pd alleato con Sel che però non fa nulla contro un rischio di inciucio con Monti in caso non ci sia maggioranza al Senato. É stata questa la premessa della presentazione dei due candidati al Senato per la lista Rivoluzione Civile. «Ho un figlio di 30 anni che fa il fotografo a Milano – ha affermato Mauro Pasquali – eppure, nonostante il curriculum, sta pensando di trasferirsi in America perché in Italia non riesce a garantirsi l’autonomia economica.» ed è proprio per i giovani come suo figlio che Pasquali ha deciso di darsi «disponibile per mettere in piedi una politica differente, perché i giovani non siano i nuovi servi della gleba. Sono il sesto in lista – sottolinea Pasquali – ma farò di tutto ma farò di tutto perché da questa campagna possa uscire un risultato che possa essere condizionante una volta in Parlamento, questo nonostante non sia semplice mettere assieme persone con una storia personale e politica così differente»
«Il pensiero deve andare ai tanti lavoratori in difficoltà – prosegue Barzanti – ce ne sono anche a Grosseto nella più totale assenza di interesse da parte del comune capoluogo e del suo sindaco» «Le disequità generano sofferenza e proteste – gli fa eco Riccardo Bassi responsabile di medicina del lavoro, 15esimo in lista al Senato per Rivoluzione Civile – la scuola, il lavoro, la pubblica amministrazione… tutto è in sofferenza. Nella mia esperienza di medico del lavoro ho visto aumentare la sofferenza tra i lavoratori: per lo scemare dei diritti e del potere d’acquisto degli stipendi. Non è questo lo stato che vogliamo: il dolore degli altri mi ha spinto a non stare chiuso nella mia stanza. La dignità di un lavoro nasce dalla giusta e corretta retribuzione; la disequità genera alterazione del comportamento: almeno i diritti costituzionali devono essere garantiti a tutti in egual misura.»
«Bisogna portare a votare quel 40% di persone che non vanno a votare. Io – sottolinea Bassi – non voglio essere governato da un miliardario, da chi sta coi miliardari, o da Bersani che ha firmato la riforma dell’articolo 18 e delle pensioni. Noi, ciascuno di noi – conclude -, siamo ciò che scegliamo di essere.»