GROSSETO – Un campione di carne di cinghiale, abbattuto durante una “cacciata” a Polverosa, nel comune di Orbetello, è risultato positivo alla trichinella. Si tratta di un parassita nocivo per l’uomo, recentemente balzato agli onori delle cronache per il caso di infezione umana avvenuto in Garfagnana, a seguito del consumo di insaccati di cinghiale cacciato.
Il riscontro è avvenuto non per la segnalazione di un caso su un paziente, ma nel corso dei controlli di routine che il Settore Sicurezza alimentare della Asl 9 effettua sui centri di lavorazione della selvaggina cacciata.
«Al momento si tratta solo di un episodio isolato, tuttavia da non sottovalutare – spiegano i sanitari della Asl 9 – in quanto, associato ai recenti casi in Garfagnana, dimostra la presenza e la circolazione del parassita nella fauna in Toscana, con possibile rischio per l’uomo».
Che cosa è – La trichinella, infatti, passa dall’animale all’uomo con l’ingestione di carne fresca di alcune specie come il cinghiale e il rischio sussiste solo se la carne non è sottoposta a controllo sanitario.
Al momento comunque, il principale rischio è rappresentato dal consumo di prodotti a base di carne fresca di cinghiale cacciato, come ad esempio gli insaccati, per i quali è opportuno fare particolare attenzione.
Per questa ragione, la Asl 9 e la Provincia di Grosseto hanno disposto che, per la stagione venatoria in corso, tutti i cinghiali cacciati nella zona in cui è stato abbattuto il capo risultato positivo, siano tutti sottoposti a campionamento per la ricerca della trichinella.
Nessun rischio per la carne di maiale – Il rischio sanitario non sussiste, invece, per il consumo di carne suina, equina e di selvaggina regolarmente macellata ed immessa in commercio, sulla quale il controllo per la ricerca della trichinella è sistematico. A questo proposito, nei prossimi mesi la Asl 9 procederà all’analisi per la ricerca di questo parassita anche su tutti i suini macellati a domicilio.
Inoltre, è in fase di elaborazione un piano integrato tra Asl 9, Provincia di Grosseto e Istituto zooprofilattico sperimentale di Lazio e Toscana, per la verifica su altri animali selvatici collegati al ciclo del parassita, in modo da stimare con precisione il fenomeno su tutto il territorio provinciale.
I consigli per abbattere il rischio – Precauzioni per evitare il rischio di entrare in contatto con il parassita della trichinella in carni non sottoposte a controllo sanitario. Per avere certezza della completa distruzione delle larve di trichinella, eventualmente presenti nella carne, è importante consumarla cotta. La cottura è, infatti, l’unico trattamento efficace e risolutivo in quanto la temperatura di 70°C per 3 minuti elimina con sicurezza il pericolo. Occorre fare attenzione anche alla carne congelata, poiché non è certo che il freddo elimini il parassita nelle carni, neppure con la prolungata conservazione a temperatura di congelazione.
Infine, è sconsigliabile mangiare prodotti a base di carne cruda, come ad esempio gli insaccati, perché è accertato che le procedure di macinatura e stagionatura non eliminano le larve.