di Daniele Reali
GROSSETO – Dopo le elezioni tornerà a sedersi nei banchi di Montecitorio e sarà la sua seconda esperienza da parlamentare. Monica Faenzi (nella foto), due mandati da sindaco di Castiglione della Pescaia e cinque anni da parlamentare, è stata scelta dal Popolo della Libertà come capolista in Toscana per la Camera. Nella prossima legislatura lei sarà sicuramente uno dei candidati che rappresenterà la provincia di Grosseto in parlamento.
Che effetto le fa onorevole Faenzi essere la capolista della Toscana? Sono soddisfatta, ma non me l’aspettavo. È un ruolo di responsabilità anche per gli anni passati. Significa fare una campagna elettorale faticosa. È un riconoscimento anche per questa terra che negli ultimi anni è stata presa in considerazione seriamente.
Questa per lei potrebbe essere una porta che si apre anche per ruoli nazionali di primo piano. Non corriamo, prima bisogna vincere. Certo che avere un ruolo nell’esecutivo sarebbe importante.
La prossima legislatura per lei sarà la seconda esperienza quali sono le tre priorità che dovranno essere realizzate nei prossimi cinque anni?
Posso dire che nei cinque anni passati ho maturato la convinzione che se non si riesce a fare una riforma strutturale, vera dell’architettura dello stato, e delle modalità di governo sarà sempre difficile decidere in Italia. C’è bisogno di una riforma costituzionale. Paradossalmente ha più poteri un sindaco sul suo territorio, e io lo posso dire, di un primo ministro in Italia. È fondamentale ridurre i tempi di lavoro delle due camere e di promulgazione delle leggi. Più poteri quindi e meno burocrazia nel sistema Stato. Al secondo punto io metto l’abolizione dell’Imu sulla prima casa e sui fabbricati rurali: proprio su questo punto mi sono fortemente battuta. E poi bisogna ridurre progressivamente la pressione fiscale. Ci vuole un’inversione di tendenza netta rispetto alla rotta tracciata dal governo Monti.
E dove prenderete le risorse per abbassare le tasse? Riducendo la spesa pubblica. Conti alla mano ogni anno possiamo ridurre la spesa pubblica di 16 miliardi e in 5 anni arrivare ad un taglio del 10% del totale della spesa che è di 800 miliardi. La tassazione invece potremmo ridurla di un punto percentuale all’anno. E anche sull’Iva bisogna evitare un nuovo aumento.
Da queste parole insomma il suo giudizio sul governo Monti è negativo? Monti è la somma di tutti i mali. Quando si è insediato l’esecutivo Monti avevo pensato che i tecnici avrebbero potuto fare bene e invece hanno solo alzato le tasse. Questo anno di Monti è stato devastante hanno avuto la presunzione di avere la ricetta e invece non ce l’avevano.
Ci son altre riforme che sosterrebbe? Sì, penso che vada riproposta l’abolizione delle province, ma una riforma vera, senza accorpamenti, perché come era stata pensata non prevedeva nessun risparmio.
Quale sarà il rapporto con gli altri alleati di centrodestra, alleati che si sono moltiplicati, dalla Lega Nord a Fratelli d’Italia alla Destra di Storace?
Dalle urne dovrebbe uscire un partito forte con una grande maggioranza, che abbia la forza di fare le riforme e non abbia bisogna della stampella di nessun partito. Questo è importante anche per contare di più in Europa. Io credo che gli elettori non debbano disperdere il voto nei partiti minori. Chi crede nel centrodestra voti Pdl e chi crede nel centrosinistra nel Pd: tutta quella roba che c’è intorno non serve a niente, non serve alla governabilità.
Al senato ci potrebbe essere un pareggio, pensa che ci possa essere la possibilità di un governo di larghe intese che vada dal Pd al Pdl?
Credo proprio di no. Credo invece che ci sia ormai un’alleanza piuttosto palese tra il Pd e Monti. Secondo me c’è un accordo tra Bersani e i centristi con la possibilità per Monti di essere eletto a Presidente della Repubblica. Insomma sono tutti contro Berlusconi e Monti farà la stampella al Pd.
Vicenda Monte dei Paschi, che cosa ne pensa? Se si scoperchia la pentola del Monte dei Paschi potrebbe iniziare la fine del Pd. Da quelle inchieste potrebbe veramente finire il partito.