GROSSETO – Bene il decreto del Mipaf che riconosce lo stato di calamità naturale alle aree agricole della Maremma colpite prima dalla siccità e poi dall’alluvione. Molto meno il fatto che il Fondo di solidarietà nazionale al quale attingere le risorse per gli indennizzi sia praticamente privo di copertura. Questioni sulle quali l’onorevole Luca Sani ha immediatamente presentato un’interrogazione a risposta scritta al ministro dell’Agricoltura, Mario Catania.
«Per chi ha subito danni ingenti in conseguenza dell’alluvione sono momenti particolarmente difficili – spiega Luca Sani – e pertanto ritengo sia opportuno chiarire bene le cose per non ingenerare nell’immediato aspettative.
Il riconoscimento dello stato di calamità naturale nelle zone a vocazione agricola colpite dall’alluvione è senza dubbio un fatto positivo, per quanto arrivi con notevole ritardo rispetto a quando avrebbe dovuto. Il vero problema è che nel Fondo di solidarietà nazionale sono accantonate pochissime risorse, e pertanto nel breve periodo sarà impossibile finanziare gl’indennizzi previsti. Attualmente, infatti, sarebbe possibile coprire solo una quota dei costi sostenuti dagli agricoltori per sottoscrivere assicurazioni private contro danni per calamità naturali.
Dal che ne deriva, che l’effettiva possibilità per i nostri agricoltori di incamerare gl’indennizzi è condizionata al rifinanziamento del Fondo di solidarietà da parte del prossimo Parlamento, poiché il governo Monti ha posto il veto alla sua implementazione con l’ultima legge di stabilità.
Purtroppo questa situazione è anche conseguenza dell’atteggiamento del ministro dell’Agricoltura, Catania, che per mesi ha rifiutato di ascoltare e prendere in considerazione proposte e sollecitazioni provenienti dal Parlamento.
Prendo pertanto le distanze da certi toni trionfalistici e autocelebrativi che qualche collega ha improvvidamente speso in questa vicenda. Più modestamente, e seriamente, chiarendo lo stato delle cose, mi limito a prendere l’impegno a riprendere il lavoro da dove come Partito democratico lo abbiamo lasciato in commissione Agricoltura, nel momento in cui è stato deciso di interrompere anticipatamente la legislatura».