di Lorenzo Falconi
GROSSETO – E’ il giorno della mobilitazione nazionale contro la crisi, fortemente voluta da Confcommercio e appoggiata da molte altre realtà del mondo del lavoro. Scende la pioggia su piazza Dante e la protesta si sposta al coperto, nella sala Pegaso del Palazzo della Provincia. Una prima stima dei partecipanti si aggira intorno alle 350 unità, «Troppo pochi – sostiene qualche commerciante della piazza -, dovremmo essere di più in occasioni come questa. Prendiamo il settore della ristorazione, due giorni di sciopero totale farebbero cambiare opinione a tanti, purtroppo non riusciamo mai a mettere in pratica questo tipo di protesta».
All’interno della sala Pegaso, invece, prende la parola Simone Baldassarri, vicepresidente di Confcommercio Grosseto: «Il primo pensiero è per la gente dell’Albinia che oggi è qua con noi e che ha subito grandi perdite a causa della recente alluvione. Noi imprenditori non siamo abituati a scendere in piazza, però è ora di dire basta. Questa mobilitazione fa seguito alla consegna delle chiavi delle aziende chiuse consegnate nei vari Comuni della provincia di Grosseto. Tutti i sindaci si sono impegnati ad aprire un tavolo di confronto sulla vicenda».
Va giù pesante il presidente della Camera di Grosseto Giovanni Lamioni che infiamma la platea: «Secondo me dal punto di vista economico siamo al punto di non ritorno. Occorrono regole certe nel nostro Paese, perché altrimenti non siamo competitivi con le altre Nazioni. Occorre tutelare la piccola media impresa, mentre l’agricoltura non deve essere vista come una cartolina, ma come un impegno concreto produttivo e per la tutela del territorio. Le battaglie si fanno con i soldati che abbiamo e il 95% delle imprese ha meno di 10 dipendenti, occorre fare politiche di sviluppo per loro. A chi mi dice che questo è l’anno della ripresa, rispondo che il 2013 è l’anno della ripresa…per il culo, che tutti gli imprenditori dovranno subire».
Anche dal mondo del sindacato arriva una presa di posizione forte: «Dire che la crisi è mondiale serve per non dare la colpa a nessuno. Cambiano i nomi e le persone, ma il malcostume è sempre lo stesso – dice Gianfranco Franceschini dell’Ugl – Occorre tagliare alla casta politica, ma questo non avverrà. Provassero loro a vivere con 1000 euro al mese in un nucleo familiare. Il problema è che le decisioni sono state prese da chi non ha mai lavorato».
Solidale e concorde il mondo dell’agricoltura, rappresentato da Confagricoltura, Cia e Coldiretti: «A noi hanno tolto pure la dignità, come se chi fa l’imprenditore agricolo non avesse un lavoro – sostengono all’unisono le associazioni di categoria -, escludere da ogni tavolo tecnico il settore primario è stato un grosso errore. Siamo stati i primi a protestare contro l’IMU agricolo».
Chiusura doverosa, per il presidente di Confcommercio Grosseto Filippo Lombardelli: «Siamo tanti e siamo stanchi, ma molto uniti come associazioni. L’impegno è costante, non finirà con la mobilitazione di oggi, finché non ci sarà un’inversione di tendenza faremo sentire la nostra voce. Allo Stato diciamo che come imprenditori abbiamo bisogno di lavorare, fatecelo fare».