di Lorenzo Falconi
GROSSETO – «I miei genitori erano sul treno con la famiglia Frank». Inizia così il racconto di Nico Kamp (nella foto di Giacomo Aprili), console onorario dell’Olanda a Firenze. Ancora oggi il ricordo dell’olocausto è un pugno allo stomaco, una ferita mai rimarginata. «Da bambino – prosegue Kamp – sono stato nascosto nelle campagne olandesi, con mio fratello. Scappavamo dai tedeschi e dai traditori, solo perché eravamo ebrei. Fummo costretti a cambiare 13 nascondigli differenti, per questo penso che il giorno della memoria aiuti a comprendere molte cose».
Un intervento a lungo applaudito dagli studenti e dai presenti all’inaugurazione della mostra su Anna Frank, che racconta la persecuzione degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale attraverso, fotografie, immagini e citazioni del celebre diario. L’appuntamento, voluto dal Comune di Grosseto e dall’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi in Italia, è stata ideato e prodotto dalla Fondazione Anne Frank di Amsterdam, e sarà attivo al Cassero Senese fino al 20 marzo. L’ingresso al pubblico è libero dal martedì al venerdì (16.00-19.00) e al sabato (16.30-18.00). «Appuntamenti come questo servono a mantenere vivo il ricordo. Non ci dimentichiamo l’olocausto – dice Emilio Bonifazi, sindaco di Grosseto -, un triste momento che però deve farci anche riflettere. Questa mostra servirà ai ragazzi delle scuole per conoscere la storia e ai più grandi per non dimenticare».
Ideata e prodotta dalla Fondazione Anne Frank di Amsterdam, la mostra si compone di 34 pannelli di foto e testi, alcuni dei quali relativi al periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale, in cui l’attenzione si focalizza sull’attività dei Tribunali Internazionali e sulla difesa dei diritti umani. La storia di Anne Frank e della sua famiglia mette in luce temi quali il fanatismo politico e la ricerca di un capro espiatorio, le epurazioni, l’atteggiamento nei confronti degli ebrei, la Shoah e le violazioni dei diritti umani. «I pensieri di Anna Frank sono ancora attuali – osserva Giovanna Stellini, assessore comunale alla cultura -, si colgono spunti di speranza e di prospettiva, malgrado tutto». «La mostra ha uno scopo educativo – precisa Aart Heering, addetto stampa dell’ambasciata olandese -, siamo felici che qua abbia trovato uno spazio adeguato e l’ambiente adatto».
Al termine dell’incontro, gli studenti delle scuole superiori hanno posto delle domande a Nico Kamp, spesso le risposte sono state toccanti nel ricordo di una brutta pagina di storia, toccanti come il saluto finale di chi ha vissuto quel periodo: «che Dio ci mandi pace, ora e in futuro».