GROSSETO – Una terapia d’urto per reagire di fronte alla crisi. È quello che propone Confindustria nazionale con il progetto “crescere si può, si deve”. “Terapie d’urto” si chiamano gli obiettivi a cui l’Italia e le imprese devono ispirarsi per attuare una spinta da cui far ripartire l’economia, la crescita, il lavoro, le imprese stesse. «Tagliare i costi ed aumentare la produttività – si legge nella nota dell’associazione nazionale -, dare liquidità all’economia, rilanciare gli investimenti, aumentare l’export, mantenere la coesione sociale, sono tutti temi importanti che, proprio in questo particolare momento di dibattito elettorale, devono tornare di nuovo in primo piano.»
«Gli effetti economici – proseguono – saranno ben visibili nel prossimo quinquennio di adozione delle misure. Il tasso di crescita si innalzerà al 3% ed il PIL aumenterà in cinque anni di 156 miliardi di euro, l’occupazione si espanderà di 1,8 milioni di unità, il tasso di occupazione salirà al 60,6% nel 2018 dal 56,4% del 2013 e il tasso di disoccupazione scenderà all’8,4% dal 12,3% atteso per il 2014; il peso dell’industria tornerà al 20% del valore aggiunto dell’intera economia, dal 16,7% attuale, gli investimenti balzeranno del 55,8% cumulato e l’export si innalzerà del 39,1%, arrivando al 36,7% del PIL; il reddito medio delle famiglie che vivono di lavoro dipendente nel 2018 sarà più alto di 3.980 euro reali; l’inflazione si arresterà attorno all’1,5% e la produttività aumenterà di quasi l’1% medio all’anno; il deficit pubblico diventerà un consistente surplus, il debito cadrà al 103,7% del PIL, ben sotto il 111,6% richiesto dai patti europei, la pressione fiscale scenderà dal 45,1% al 42,1% e le spese correnti al netto degli interessi dal 42,9% al 36,9%.»
«Il piano di intervento, “la terapia d’urto” proposta da Confindustria rappresenta un mezzo reale e concreto per affrontare la crisi in atto – afferma i direttore provinciale Antonio Capone -. Bisogna intervenire senza timidezza, dimenticando i canoni sulla base dei quali l’Italia è stata governata (spesso male) fino ad oggi, serve indirizzare gli sforzi verso lo sviluppo del mondo del lavoro, attraverso la valorizzazione dei punti che avevano reso l’Italia un paese forte e competitivo, come il manifatturiero, l’innovazione, l’agroalimentare, il turismo, l’export. Serve intervenire strutturalmente sulle condizioni di equilibrio della spesa pubblica e del debito, in modo da liberare risorse ed indirizzarle verso gli investimenti privati soprattutto nel settore della ricerca e sviluppo.»
«È necessario sostenere e rilanciare le attività del mondo produttivo, a partire dalle piccole e medie imprese, che nella situazione attuale non riesco più ad essere competitive. Infatti in un mercato globale le aziende Italiane sono ormai soffocate dall’eccesso di burocrazia e soprattutto da una pressione fiscale non sostenibile. Confindustria chiede ai candidati locali alle prossime elezioni politiche di esaminare e fare proprie le proposte del documento presentato ieri dal nostro Presidente Giorgio Squinzi e – conclude Capone -, parimenti, chiede alle forze politiche locali di fare ogni sforzo per favorire il rilancio della nostra economia».