GROSSETO – «Una task force per tutelare allevatori e bestiame dagli attacchi dei lupi». È la proposta, espressa attraverso una mozione, del capogruppo di “Più Toscana”, Antonio Gambetta Vianna, e del consigliere Gian Luca Lazzeri, che dopo il bilancio di sei attacchi denunciati negli ultimi sessanta giorni in Toscana e l’uccisione di una decina di capi di bestiame chiede alla Giunta regionale strumenti di contenimento a tutela degli allevatori toscani.
«Gli ultimi tre attacchi – spiegano – si sono verificati in pieno giorno ed a pochi passi dalle stalle degli animali. Ciò significa che i lupi provenienti dalle zone appenniniche, spinti dalla fame, non hanno più paura di nulla e sono disposti a dare il via a razzie anche dentro i centri abitati, costituendo un serio pericolo per l’incolumità delle persone». Fra le zone più colpite dai raid dei branchi negli ultimi due mesi ci sarebbero il senese, con la Val d’Orcia e l’Amiata, il grossetano, il Casentino “residenza” di metà degli oltre 230 lupi toscani, e le colline livornesi, teatro dell’ultimo attacco terminato con l’inseguimento del branco ai danni di un allevatrice e la morte di un capretto.
«Ma oltre al pericolo – continuano – c’è un doppio danno economico: la perdita del capo di bestiame e i costi legati al suo smaltimento. I cadaveri degli animali attaccati devono essere smaltiti dagli allevatori tramite termodistruzione, una procedura condotta da società specializzate che possono presentare conti salatissimi».
Un costo che per i consiglieri di “Più Toscana” è spesso più alto del risarcimento previsto dalla Regione con la legge regionale 26/04. «Un pantano burocratico – concludono Gambetta Vianna e Lazzeri – che, dopo la perdita del bestiame, ha il sapore della beffa. Per questo motivo chiediamo alla Giunta una revisione di normativa, modalità e tempistiche di rimborso per i capi uccisi e per ogni eventuale altro danno causato dall’attacco dei lupi».