GROSSETO – Sono varie anche in provincia di Grosseto le località che in questi giorni hanno ospitato le celebrazioni Sant’Antonio Abate, ricordato dalla Chiesa cattolica il 17 gennaio. «Una figura, quella del santo – affermano dalla Lav -, che viene spesso scambiata per un protettore degli animali. In realtà si tratta principalmente di un protettore degli allevatori che tutela il benessere animale solo in funzione della sua produttività per l’uomo. A dimostrarlo ancora oggi le grigliate di carne che concludono ognuna di queste malintese ‘benedizioni’.»
«Sant’Antonio è considerato patrono anche dei macellai e dei salumieri e la sua iconografia non a caso comprende sempre un maiale – commenta Giacomo Bottinelli, responsabile LAV Grosseto -. L’atteggiamento effettivamente animalista non si riconosce quindi in questo personaggio, né nel tipo di culto che gli viene dedicato. Chi effettivamente rispetta gli animali non li considera infatti un mezzo di produzione e neanche di alimentazione. Ci auguriamo pertanto che si sappia operare opportunamente questo distinguo nel momento in cui si scegliesse di partecipare al rito della benedizione degli animali» conclude Bottinelli.