AMIATA – Sulla costruzione della centrale di Bagnore 4 interviene Carlo Balducci (nella foto a destra), membro del comitato direttivo di Rifondazione Comunista. «L’Autorizzazione per la costruzione delle Centrale è tuttora priva di alcuni elementi significativi. Il primo è rappresentato dai rilievi fatti da Arpat in merito all’ottemperanza alle prescrizioni imposte ad Enel al momento del parere favorevole sulla compatibilità ambientale dell’impianto: come si legge nel verbale allegato all’Autorizzazione, Arpat non ritiene esaurienti le risposte ottenute a tutta una serie di richieste, che dovranno essere soddisfatte prima dell’avvio dei lavori. Inoltre il progetto dovrà essere sviluppato fino al livello “esecutivo” ed acquisire, in tale veste, il nulla-osta nei riguardi del vincolo idrogeologico ma anche dall’Autorità di bacino del Fiora, dal momento che la Centrale è localizzata proprio nel centro di un’area classificata a massima pericolosità di frana dal Piano di bacino; in tali aree le norme di attuazione prevedono la possibilità di realizzare “nuove opere e infrastrutture pubbliche o di interesse pubblico non diversamente localizzabili, a condizione che venga dimostrato il non aumento del rischio nelle aree adiacenti, previa realizzazione delle opere funzionali alla messa in sicurezza”; quindi dovrà essere dimostrata l’effettiva impossibilità di localizzare altrove la centrale, e ciò appare piuttosto arduo, se si pensa che la superficie della concessione mineraria si estende per 45 chilometri quadrati.»
«Da ultimo – prosegue Balducci – occorrerà che il progetto esecutivo riceva l’approvazione da parte dell’Ufficio Tecnico del Genio Civile di Grosseto ai sensi della normativa antisismica: in condizioni normali, per avere l’autorizzazione ad aprire una porta nel muro di un edificio occorrono almeno 2 mesi, non possiamo pensare che per la costruzione della centrale occorra un tempo minore. Enel ha quantificato in 123 milioni di euro l’investimento complessivo ed indubbiamente si tratta di una cifra enorme se restasse effettivamente sul territorio. In realtà l’esperienza del passato ci mostra che soltanto le briciole sono rimaste a disposizione delle aziende locali, peraltro sottoposte ad acquisire gli appalti a prezzi ridicoli, senza alcun margine di guadagno; e poi, ultimata la costruzione, tutto si è risolto in una manciata di posti di lavoro in impianti sempre più automatizzati e comandati a distanza. Come contropartita si avrà invece l’ulteriore desertificazione del territorio che, con il deterioramento delle sue risorse di pregio, sarà sempre più emarginato dai flussi turistici. Chiaramente l’unico che ci guadagna in questo giochino è l’Enel, che ricaverà almeno 50 milioni di euro all’anno dalla produzione della centrale.»
«E poi c’è il ricorso che il WWF, Italia Nostra e il Forum Ambientalista, per conto dei Comitati locali, hanno proposto al T.A.R. contro la Delibera della Giunta Regionale e che si apprestano a rinnovare anche contro l’Autorizzazione per Bagnore 4; la battaglia è ancora lunga e il risultato finale potrebbe assumere i contorni di quanto accaduto a Latera, dove la centrale è stata costruita, ha funzionato per qualche mese e poi – conclude Balducci – è stata chiusa a causa delle quantità spropositate di inquinanti emessi, monumento sempiterno alla ottusità umana.»