di Lorenzo Falconi
GROSSETO – E’ stato un 2012 unico, sotto tanti punti di vista, la maggior parte dei quali negativi. L’analisi dettagliata stilata da Confagricoltura Grosseto non pone dubbi interpretativi e lascia il segno sulla pelle degli imprenditori agricoli locali. Tre le parole chiave usate dal presidente Antonfrancesco Vivarelli Colonna per racchiudere l’essenza di un bilancio nefasto: «fiscalità, meteo e congiuntura». Punti focali quindi, che rischiano di mettere in ginocchio l’agricoltura. «La fiscalità – spiega nel dettaglio il presidente di Confagricoltura -, ha avuto un aggravio del 600% sulle imprese agricole. C’è pure l’IMU sbagliato nei conteggi, con lo Stato che ha incassato 217 milioni di euro sui terreni agricoli, invece dei 90 previsti». La seconda parola chiave, invece, è ben conosciuta e rappresenta ancora una ferita al cuore per la Maremma: «il meteo ha sferrato un colpo micidiale alle attività agricole – osserva Vivarelli Colonna -, il freddo intenso, la siccità e poi l’alluvione hanno causato danni incalcolabili. Allo stato attuale solo il 15% delle produzioni cerealicole del territorio è stato seminato. Alle aziende colpite dall’alluvione mancano sia la viabilità che il ripristino dei terreni, una situazione inaccettabile». Aspetti che alla fine convergono e si aggravano una volta pronunciata la terza parola chiave: «la congiuntura economica ha portato una nuova contrazione del mercato – precisa il presidente di Confagricoltura -. Da un lato abbiamo visto l’aumento del prezzo delle materie prime, ma ciò è stato vanificato e sottratto dall’incremento del costo del gasolio».
Nel 2012 inquadrato come un “anno horribilis” emergono criticità anche nei singoli settori del comparto agricolo. Per la carne bovina è stata un’annata fiacca, con la mancata valorizzazione delle razze di nicchia. Per il latte bovino le spese annullano l’aumento di prezzo, mentre per l’olivicoltura cala il raccolto e si contrae del 15% l’occupazione. Per la vitinicoltura, inoltre, avanza la filosofia del risparmio a tutti i costi, con il ritorno al vino sfuso e molti produttori disposti a vendere senza bottiglia. Infine il settore relativo al latte ovino, colpito non solo nella crisi per gli allevatori, ma anche dal mondo cooperativo della trasformazione.
E il 2013? L’anno appena iniziato rappresenta la svolta e il momento del cambiamento seconda Confagricoltura che sintetizza in una sorta di decalogo i confini del lavoro futuro e le mete per lo sviluppo della Maremma. Ecco i dieci punti: sviluppo della passione per l’agricoltura, rafforzare il confronto con il credito alle imprese, migliorare la cooperazione tra agricoltori e cooperative, programmare la produzione per affrontare le speculazioni di mercato, incentivare l’aggregazione tra imprese ovicaprine e zootecniche, sviluppare l’attività di sperimentazione con una logica di partecipazione pubblica e privata, ridurre la burocrazia, accorpare le strutture di promozione, incentivare politiche di occupazione, disegnare il nostro futuro.