GROSSETO – «Un metodo di selezione come le primarie per i candidati» era questo che, secondo le dichiarazioni di Laura Cutini, allora capogruppo di minoranza in consiglio provinciale, aveva chiesto nel 2009 durante il congresso in Sala Pegaso. «Il coordinatore del Pdl di Grosseto liquida la mia uscita dal partito solo come la reazione scomposta di chi non è stato accontentato nelle sue pretese – ricorda Cutini -. Vorrei ricordare al coordinatore, e non solo, che quando ho iniziato l’impegno politico avevo già il mio lavoro: la mia professione su cui non ho nessuno da ringraziare per chissà quali incarichi.»
Cutini afferma di non aver mai chiesto «un posto in regione» ma appunto «un metodo di selezione come le primarie per i candidati, in molti nel partito contestavamo la scelta per nomina, sicuramente i candidati avrebbero avuto maggior credito dal territorio. La mia richiesta fu clamorosamente inascoltata, i due capilista erano già stati decisi e le primarie sarebbero state utilizzate in un indefinito periodo successivo. A seguito di questo ipotizzai una mia candidatura “di servizio” consapevole che tutto ciò che veniva posizionato dopo i nominati non avrebbe avuto possibilità d’elezione. Proposi questo solo per capire se per il partito ero considerata una risorsa, in quel periodo ero capogruppo di minoranza in Consiglio Provinciale, la mia richiesta inoltre andava nella direzione di una rappresentanza di genere.»
Cutini conclude ricordando come non sia mai stata mandata via formalmente «ma comportamenti, decisioni ed interessi vari hanno indotto la sottoscritta e non solo ad allontanarsi da quel partito e da quella oligarchica dirigenza.»