MASSA MARITTIMA – Il centro studi A. Gabrielli nell’ambito delle iniziative dell’Università dell’Età Libera presenta domenica 13 gennaio alle 16,30 presso il Portale Etruschi una conferenza a cura di Patrizia Scapin dal titolo “Il Liberty nel Cimitero di Massa Marittima. Arte funeraria tra Ottocento e Novecento”. Si tratta di un illustrazione sui risultati di uno studio curato dalla storica dell’arte in collaborazione con Dino Petri,sulle testimonianze di stile Liberty nelle lapidi del Cimitero di Massa Marittima. Oggetto dell’analisi sono le opere d’arte realizzate nel cimitero massetano dal 1886 fino agli anni ’30 del Novecento. In quel periodo le famiglie più illustri della città onoravano infatti la memoria dei propri defunti, facendo realizzare opere di alto valore storico-artistico, che attualmente ornano le cappelle di famiglia, alcune tombe a terra e diverse lastre di loculi.
Le sculture, le edicole e le lapidi, testimoni silenti di un lungo periodo sono state realizzate spesso da artisti provenienti dall’ambito senese, fiorentino e in alcuni casi pisano, che si sono poi avvalsi della collaborazione di artisti locali di ottimo livello. Tra questi eminenti scultori: Tito Sarrocchi, Giulio Guido Bianconi, Giovanni Topi e il massetano, con formazione fiorentina, Olindo Calastri; infine, in epoca successiva, Domenico Fiorini. Oltre alle sculture si conservano alcune cancellate in ferro battuto prodotte nel tardo Ottocento e molte lapidi in marmo di evidente e raffinata ispirazione liberty. «Le opere che si trovano ancora oggi cimitero-spiega Patrizia Scapin- oltre a raccontare l’importanza sociale e culturale della città e testimoniare la peculiare “pietas” dei cittadini, si presentano come una fondamentale documentazione storico-artistica che mette in risalto i cambiamenti del gusto e dello stile che si sono avvicendati tra la fine del XIX secolo e i primi anni del secolo successivo. In definitiva il cimitero si mostra come un contenitore di opere d’arte, custode delle memorie civiche e palese testimonianza della storia del territorio».