GROSSETO – Un centro storico depauperato di ogni attività. È così che Roberto Aureli vede il centro cittadino grossetano. «L’ipotesi di trasferire altrove il mercato settimanale sottraendolo al Centro fa parte di un corollario sciagurato che vede il depauperamento delle storiche attività e della socialità come fine da perseguire. Non è bastato togliere il mercatino dei ragazzi da piazza delle Catene, non è servito lasciare in degrado strutturale la storica Chelliana, nell’abbandono più assoluto l’edificio dell’ospedale vecchio col suo storico giardino, non è stato sufficiente lasciare buie e prive di irrigazione le passeggiate sulle Mura, nel degrado più assoluto la sala Eden, i camminamenti del centro con buche e pietre divelte, sembra che si possa fare di più.»
«In Centro non vi è più un macellaio, un ortofrutta, un cinema, un supermercato da almeno 10 anni – afferma Aureli, che è stato presidente degli Amici del Centro Storico -. Dimentichi della Variante al Centro Storico del 1980 che ci obbligava a redigere sia il piano del Verde (con le norme di rispetto dei giardini pubblici e privati) che il piano del Colore (che garantiva coralità nelle insegne, nei climatizzatori, nella posizione dei cassonetti e cestini), il cuore della città è totalmente escluso dai dibattiti urbanistici e progettuali. Ancora oggi, quando in tutto l’occidente si parla di accorta decrescita, in città si ipotizzano improbabili nuovi centri commerciali, volumetrie per un milione di cubi per il prossimo decennio. C’è da chiedersi se l’assessore regionale Anna Marson sia a conoscenza di ciò che sta accadendo anche al patrimonio pubblico cittadino, se sa che il Comune di Grosseto è in possesso di circa 200.000 metri cubi di volumi abbandonati (Garibaldi, Ospedale vecchio, Chelliana, Terme di Roselle) che – conclude Aureli – hanno solo bisogno di adeguati restauri e semplice riuso.»