GROSSETO – Non si placano gli “scontri” sindacali nella vicenda Mabro che continua a far discutere e soprattutto dividere. La stoccata iniziale arriva con una lettera inviata dal segretario Uilta Uil agli altri segretari delle sigle sindacali, alla società Abbigliamento Grosseto e alle Rsu. Quest’ultime rispondono a tono, rimandando di fatto al mittente la lettera.
Secondo la Uilta Uil, la Rsu ha operato in questo ultimo periodo, con rapporti unitari praticamente inesistenti, anzi spesso in frontale contrapposizione producendo profonde lacerazioni tra le maestranze. Dal sindacato in questione, viene inoltre precisato che il mandato della Rsu è scaduto da oltre 6 mesi e non esisterebbero le condizioni per la ricostituzione. la scelta quindi, sarebbe quella di procedere alla nomina di una Rsa in Abbigliamento Grosseto.
La replica delle Rsu non si è fatta attendere, arrivando questa volta in modo diretto e con una lettera pubblica scritta all’indirizzo del segretario della Uilta Uil Roberto Franceschetti. «Sappiamo che la democrazia costa fatica: occorre discutere, confrontarsi, mettersi in discussione e, a volte, anche essere battuti – scrivono le Rsu di Abbigliamento Grosseto -. E’ molto più facile avere a che fare con persone che obbediscono e, se non lo fanno, poter violare qualche norma e imporre d’imperio la nostra ragione. Sappi quindi che non riconosceremo alcuna rappresentanza nominata da te o da altri che non sia eletta dalle lavoratrici e dai lavoratori. Di conseguenza non parteciperemo ad incontri in cui sia essa presente. Non perchè già sappiamo che verranno indicate quelle persone che già hanno affermato di essere disponibili a lavorare senza retribuzione, ma perchè se accetteremo tale situazione limiteremo ancor più la già scarsa democrazia presente nelle aziende, perchè riconosceremmo la possibilità di qualcuno di prevaricare la volontà espressa dai lavoratori».
Una presa di posizione forte che prosegue con la volontà espressa di continuare a dar voce alla rappresentanza sindacale unitaria: «il nostro mandato è scaduto, avevamo provato a mettere in piedi una nuova elezione perchè sapevamo che il nostro ruolo avrebbe perso autorevolezza. Poi poi gli eventi sono precipitati, cassa integrazione e mancanza di ore di assemblea rendono difficile organizzare il rinnovo della rappresentanza sindacale. Questa è per noi una attenuante, non una giustificazione e quindi anche noi abbiamo disatteso le regole. Allora, poichè non abbiamo certamente paura del voto delle nostre compagne di lavoro, con la prossima settimana attiveremo le procedure per le nuove elezioni, come previsto dall’Accordo Interconfederale».
Le lettera poi, si conclude con un riflessione amara da parte di chi, da molti mesi sta lottando in difesa del proprio posto di lavoro e dei propri diritti: «vedremo se le prospettive fantasmagoriche di questi giorni si trasformeranno in contratti di lavoro o se finiranno in bolle di sapone come Versace, Armani e Ferragamo ed ognuno dovrà rispondere dei propri comportamenti ed assumersi le proprie responsabilità. Se avremo sbagliato e le cose si metteranno sui giusti binari saremo felici di chiedere scusa a tutti, dichiarando pubblicamente la nostra enorme stupidità. Se purtroppo si verificherà lo scenario che abbiamo già descritto tu, la tua organizzazione e molti altri dovrete rendere conto non solo ai dipendenti di Abbigliamento Grosseto, ma a tutta la collettività, visto che questa azienda rappresenta una delle poche ricchezze rimaste in questo disgraziato territorio».