GROSSETO – Il 2013 si apre con un nuova tassa destinata anche alle imprese. Si tratta della Tares, l’imposta che dal primo gennaio di quest’anno ha sostituito, a seconda dei casi, Tia o Tarsu assorbendo, per giunta, il costo di quei servizi non più coperti da finanziamento statale come ad esempio la manutenzione delle strade.
E la Tares rischia di bissare il “fenomeno Imu” con famiglie e aziende che per pagarla apriranno un altro fronte di difficoltà nella crisi che il paese sta vivendo. Per questo Rete Imprese Italia Grosseto, attraverso il presidente Gabriele Fusini, chiederà a tutti i comuni della provincia, a partire dal capoluogo, di usare, nell’applicazione di un balzello che scarica sulle nostre tasche le inefficienze e gli sprechi dello stato centrale, la massima attenzione.
«Se nell’anno che si è appena chiuso ha tenuto banco l’Imu – scrive Fusini –, nel 2013 il ruolo da protagonista potrebbe essere assunto dalla Tares. Molte sono le analogie tra i due tributi: il costo elevatissimo, il pagamento previsto in più soluzioni con conguaglio fissato a fine anno, il forte incremento rispetto alla tassa o alla tariffa previgente».
«Tutto questo – aggiunge il presidente – mentre artigianato e commercio vivono una crisi senza precedenti e gli interventi a sostegno delle imprese “brillano” per la loro inconsistenza. Notizie in nostro possesso ci dicono che i Comuni hanno margini di intervento, che possono modulare la tariffa e intervenire anche con proprie risorse».
«Cercheremo quindi – e conclude – di spiegare agli amministratori interessati, in primo luogo agli assessori Borghi e Tei che la Tares non sarà un problema solo per le famiglie e che la scelta di gravare più o meno pesantemente sulle tasche delle imprese sarà solo il frutto di una scelta politica. Ci confronteremo subito dopo, mobilitando i nostri Comitati comunali, con tutti gli altri Sindaci della provincia».