GROSSETO – «La stretta del credito nei confronti del settore delle costruzioni ha raggiunto il livello più alto dall’inizio della crisi» è quanto emerge dal centro studi dell’Ance che ha rilevato come i mutui per investimenti nell’abitativo sono diminuiti del 38% e nel non residenziale del 44,4%. Dal confronto con gli altri settori economici, emerge che le costruzioni hanno subito la maggiore restrizione da parte delle banche nel primo semestre 2012 rispetto al 2011, i finanziamenti a medio lungo termine sono scesi del 9% mentre nel settore abitativo si è avuta un’ulteriore restrizione del 20%, nel non residenziale il calo è stato del 33%. Anche la domanda immobiliare ha subito un forte razionamento: i mutui erogati per l’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie hanno registrato un calo del 21,6% nel periodo 2007-2011, con un -48% nei primi sei mesi del 2012. Questo andamento nel finanziamento ha portato a marcati cambiamenti nel credito a medio lungo termine: la quota dei prestiti per i finanziamenti in costruzioni si è dimezzata e lo stesso è avvenuto per i mutui per l’acquisto di immobili.
«Le previsioni di Banca d’Italia non sono ottimistiche – afferma Mauro Carri, direttore Ance Grosseto -: secondo il rapporto sulla stabilità finanziaria, la decrescita dei mutui immobiliari proseguirà nei prossimi mesi, almeno fino alla metà del 2013. Un razionamento di queste proporzioni ha determinato la creazione di circoli viziosi che, oltre a danneggiare le imprese di costruzioni, peggiorano la situazione economico-finanziaria delle stesse banche. Nel caso delle imprese impegnate nei lavori pubblici emerge una domanda di credito crescente e una grande difficoltà ad accedere ai finanziamenti bancari. È necessario trovare, al più presto, delle soluzioni, altrimenti interi settori bloccheranno la loro attività.»
«L’Ance propone e ritiene necessario sviluppare strumenti finanziari specifici che consentano di riattivare il circuito del credito a medio-lunga scadenza – conclude Carri -, qualcosa di simile alle “cartelle fondiarie”, strumenti grazie ai quali sono stati compiuti i maggiori investimenti del nostro Paese perché questi titoli a reddito fisso uguagliavano il volume complessivo dei mutui in essere.»