di Lorenzo Falconi
GROSSETO – Nel segno delle tradizioni popolari si rinnova l’appuntamento con l’iniziativa “Maremma che Befana!”. La manifestazione promossa dall’associazione Briganti di Maremma giunta alla terza edizione, in programma come consuetudine il 6 gennaio. «Cerchiamo di arricchire le vie del centro storico con questo appuntamento – spiega Francesca Piras, vicepresidente dell’associazione -, portando la musica lungo le vie del centro storico, a partire dalle 16, fino ad arrivare alle 18 in piazza San Francesco, dove è previsto il ritrovo con tanto di palco attrezzato con luci e audio, dal quale si esibiranno le varie squadre con i canti della Befana e della tradizione». Previsto anche l’accatastamento e l’accensione della tradizionale pira, in programma alle 17.30 in piazza Indipendenza. Alla sera è prevista la cena con la Befana, presso il circolo Khorakhanè, dove alle 21.20 è prevista l’esibizione dei gruppi folkloristici locali per la gran chiusura in musica.
«E’ abbastanza complesso organizzare una manifestazione così – spiega l’assessore comunale alla cultura Giovanna Stellini -, siamo lieti di sostenere questo tipo di iniziative nel segno delle tradizioni popolari, ma al tempo stesso così coinvolgenti». L’evento rappresenta la conclusione di un progetto dal titolo “Antichi mestieri e realtà giovanile: una possibile connessione tra passato presente e futuro”, promosso dalla Regione Toscana con il Dipartimento della Giuventù. L’associazione Briganti di Maremma, con la collaborazione dell’Archivio delle tradizioni popolari si è aggiudicata il bando nel marzo 2012, con l’intento di consolidare l’identità territoriale attraverso il recupero delle conoscenze tradizionali. «Parlare di tradizioni è molto complicato, perché si rischia di interessare solo le persone che hanno un determinato ricordo e non chi dovrebbe riscoprirle – spiega Paolo Nardini dell’Archivio Tradizioni Popolari -, in questo progetto invece abbiamo direttamente coinvolto i più giovani e le scuole, ottenendo risultati molto soddisfacenti».