FIRENZE – Saranno sei e non più 26 gli enti gestori della bonifica in Toscana, e saranno sei e non più 41 i comprensori di bonifica in tutta la regione. Il riordino garantirà uniformità ed omogeneità di manutenzione dei corsi d’acqua, oltre a una semplificazione del sistema. Questi gli obiettivi della riforma dei consorzi di bonifica, approvata dal Consiglio regionale toscano.
«Da oggi abbiamo strumenti più snelli e efficaci per lavorare alla sicurezza del territorio toscano – ha commentato l’assessore regionale all’ambiente e all’energia Anna Rita Bramerini – La legge di riforma approvata dal Consiglio quasi all’unanimità, è il risultato di un lungo lavoro e di una proficua concertazione con tutte le realtà istituzionali, fatti nella consapevolezza che fosse ormai ineludibile un riordino in questo settore».
In base alla legge, alla Regione spetta l’indirizzo, il coordinamento, il controllo e l’attuazione delle opere strategiche; alle Province la gestione tecnica e amministrativa delle opere, l’attività di programmazione comune, il servizio di polizia idraulica, la realizzazione delle nuove opere di seconda e terza categoria, mentre i nuovi Consorzi si occuperanno della manutenzione delle opere idrauliche e della realizzazione delle nuove opere di bonifica.
Oltre a passare a sei dagli attuali 26 i soggetti gestori (Consorzi ed Unioni dei Comuni), nascerà anche un unico programma di spesa regionale per la difesa del suolo, che, sulla base del Piano ambientale ed energetico regionale (Paer), individuerà anche le ”opere strategiche”, la cui realizzazione è attuata direttamente dalla Regione.
Il finanziamento dell’attività è previsto tramite le risorse provenienti dal gettito dei consorziati, ad esclusione delle opere di seconda categoria idraulica e della manutenzione straordinaria che, come da norma statale, continueranno ad essere finanziate con la fiscalità generale. Nell’attuale quadro delle competenze, l’attività di manutenzione ordinaria è già garantita da 65 milioni di euro provenienti dalla contribuenza privata.
«Si tratta – continua Bramerini – , di un passaggio fondamentale per le politiche regionali di difesa del suolo, di tutela e valorizzazione delle risorse idriche e più in generale dell’ambiente come ecosistema. Le nuove norme valorizzano l’esperienza maturata in questi anni dai Consorzi ma affrontano le criticità che da più parti, anche in Consiglio, erano state evidenziate, chiarendo ruoli e competenze, in un settore particolarmente delicato della difesa del suolo. Questa nuova legge – conclude l’assessore – è anche un concreto esempio di come sia possibile semplificare la struttura amministrativa pubblica garantendo efficacia operativa e un corretto e responsabile uso delle risorse finanziarie».