GROSSETO – La Camera dei deputati ha approvato un ordine del giorno, presentato fra gli altri da Luca Sani, Susanna Cenni e Silvia Velo, che impegna il Governo a varare un provvedimento correttivo per rimodulare i tagli previsti dall’articolo 16, comma 7 della Legge di stabilità, tenendo conto delle spese correnti 2011, come da certificato al conto Consuntivo, al netto del Titolo II, categoria 3 entrate (trasferimenti da Regione per funzioni delegate) soprattutto per le province delle regioni, come la Toscana, i cui effetti dei mancati finanziamenti rischia di causare nel 2013 un default degli enti locali.
«Le Province della Toscana – spiega il presidente Marras – nonostante siano fra le più virtuose d’Italia, proprio in conseguenza delle funzioni delegate dalla Regione, rischiano di dover subire le penalizzazioni maggiori se non verranno introdotte delle modifiche ai meccanismi dei tagli lineari, con la conseguente impossibilità di svolgere i propri compiti d’istituto nei confronti di cittadini e imprese. Stiamo parlando di 1,2 miliardi di euro sui 9 miliardi di tagli complessivi alle Province italiane, che sarebbero onestamente insostenibili.
L’ordine del giorno presentato anche da Sani, Cenni e Velo, chiede al Governo di emanare un provvedimento correttivo in grado rimodulare i trasferimenti introdotti dall’articolo 17 dal comma 13-bis della Legge 135 del 2012 in base a criteri direttamente proporzionali all’entità del taglio pro-capite del fondo sperimentale di riequilibrio.
Allo stesso tempo viene chiesto di emanare un provvedimento urgente per concedere, agli enti locali dei territori dove è stato riconosciuto lo Stato di calamità naturale, la deroga al patto di stabilità per sbloccare risorse utili a fronteggiare le emergenze e le criticità in atto.
È chiaro – conclude Marras – che senza questo intervento oggi la Provincia di Grosseto sarebbe nelle condizioni di dover dire ai propri cittadini di rinunciare a qualunque tipo di azione a sostegno degli alluvionati, ma anche a svolgere la propria attività ordinaria».