FIRENZE – La Toscana ha aperto uno spiraglio di luce su una delle zone più nere del nostro sistema giuridico, riconfermandosi una regione attenta al rispetto delle differenze e alla cultura dell’inclusione. Apprendiamo la notizia mentre abbiamo ancora l’amaro in bocca per l’ ultimo tragico espisodio di stampo omofobico del 22 novembre scorso quando Davide, un giovanissimo romano, muore vittima dell’omofobia e dell’ignoranza.
Proprio nella giornata del 6 dicembre, il consiglio regionale ha approvato una mozione importante contro omofobia e transfobia. Così ne parla il cosigliere di Sel che l’ha proposta, Mauro Romanelli: «La mozione è stata scritta dopo l’ultimo Gay Pride di Viareggio, per venire incontro alle sollecitazioni della comunità omosessuale, transessuale e transgender, rispetto non tanto all’affermazione dei principi, ormai largamente condivisa almeno dalla maggioranza che governa la Regione Toscana, ma alla necessità di azioni concrete di sensibilizzazione, educazione scolastica, formazione di insegnanti e genitori. Non troppo è stato fatto in proposito, e per questo la Mozione richiede alla Regione di redigere un piano dettagliato e di presentarlo al Consiglio, e poi di riferire ogni sei mesi sullo stato di attuazione. Da subito poi servono registri delle unioni civili in ogni comune e l’equiparazione anagrafica per i nuclei familiari dello stesso sesso». Con questo grande passo in avanti, la Regione Toscana si è nettamente distaccata dalla linea portata avanti dagli ultimi governi nazionali che di fatto hanno avallato l’idea che odiare una persona per il suo orientamento sessuale non è solo penalmente irrilevante, ma anche socialmente accettato.
«In questa occasione vogliamo ribadire che l’Italia è uno dei pochi paesi ancora carente una specifica legge nazionale contro reati di stampo omo-trasfobico e per il riconoscimento giuridico delle famiglie omosessuali, a differenza di tutti i paesi più avanzati e domocratici al mondo – afferma Maurizio Tondi, presidente di Arcigay Grosseto -. Nel 2012, è intollerabile dover assistere ancora a casi come quello di Davide o quello dei due ragazzi pestati in pieno centro a Firenze neanche 1 mese fa. Le istituzioni devono impegnarsi per promuovere una cultura delle differenze e del rispetto, troppo spesso assente nelle nuove generazioni e negli insegnanti, come ci insegna tristemente il caso di Davide – Conclude Tondi ringraziando -. Il Consiglio regionale i consiglieri che hanno proposto e approvato la mozione e anche il consiglio comunale grossetano che nella seduta del 23 novembre scorso ha osservato 1 minuto di silenzio proprio per Davide, benché sia lo stesso consiglio che ha bocciato pochi mesi fa un registro per le unioni civili. Ci auguriamo che siano tutti passi per l’avvio di una civiltà più degna e rispettosa».