di Barbara Farnetani
GROSSETO – Di Aids si muore meno che in passato «Molte cose sono cambiate da quando, negli anni 80, per la prima volta si è cominciato a parlare di Hiv» spiega la Asl 9 tra gli ospiti dell’incontro organizzato oggi a Grosseto da Associazione Ireos Firenze, La Strada, e Arcigay, in occasione della giornata mondiale contro l’Aids, giornata per molti anni passata un po’ troppo sotto silenzio. «Serve una informazione capillare e una prevenzione forte» ha affermato il sindaco di Grosseto, Emilio Bonifazi, ricordando come la chiave di tutto sia il rispetto della persona e l’accoglienza. Bonifazi ha anche dato la disponibilità dell’amministrazione a sostenere iniziative come questa. Ha rilevato un progressivo attenuarsi dell’attenzione anche la consigliera regionale Lucia Matergi che ha ricordato come il 31% dei giovani non conosca l’Aids e anche come siano gli stranieri le categorie più a rischio «tra i malati uno su tre è straniero» ha detto. Matergi ha poi riscontrato come un ruolo importante possa essere rivestito dai consultori familiari.
«Ci è piaciuta l’idea di fare qualcosa di più ampio respiro – ha detto Barbara Caponi (nella foto sopra assieme a Maurizio Tondi, presidente Arcigay Grosseto e alla dottoressa Nencioni) presidente dell’associazione Ireos Firenze – che riguardasse la salute» «Grazie ai farmaci – prosegue la Asl – abbiamo cronicizzato la malattia, allungando la vita delle persone che hanno contratto il virus e permettendo loro di farsi una famiglia. riducendo sensibilmente la trasmissione materno fetale. Una volta si prendevano 12 tipi di compresse diverse, adesso ne basta una»
I cambiamenti sono frutto soprattutto dei passi avanti nella ricerca di nuovi farmaci, in grado di contrastare l’insorgere della malattia nei sieropositivi, e nell’approccio terapeutico alla malattia conclamata. Il messaggio emerso oggi allo Spazio 72 è stato comunque quello che è vietato abbassare la guardia. «Di Aids, infatti – proseguono gli infettivologi della Asl -, si continua ad ammalarsi e ogni anno si registrano nuovi casi di infezione da Hiv. Per questo l’arma migliore resta la prevenzione, sulla quale bisogna continuare a lavorare molto, soprattutto sull’adozione di corrette precauzioni nei rapporti sessuali, considerando che la trasmissione avviene fondamentalmente per via sessuale e che tutti, potenzialmente, siamo a rischio».
Dal 1985 ad oggi, in provincia di Grosseto, i casi di sieropositivi Hiv sono stati 755, con un tasso di incidenza dei casi di Aids conclamata, negli ultimi 3 anni, di 2.6 ogni 100.000 abitanti (media toscana 3.6/100.000). La mortalità per Aids è drasticamente diminuita, negli ultimi anni, con un totale di 312 morti dal 1985 ad oggi, in provincia di Grosseto.
Dal 2010 ad oggi, il numero dei nuovi sieropositivi diagnosticato nelle strutture sanitarie aziendali della Asl 9 ha avuto il seguente andamento: 16 nuovi casi nel 2010; 27 nuovi casi nel 2011; 15 nuovi casi nel 2012, alla data odierna (i casi sono quelli notificati e in carico alle Malattie infettive), con una netta prevalenza del numero di maschi rispetto alle donne e con un aumento progressivo dell’età, soprattutto nei maschi, dagli anni ’80 ad oggi.
«Quello che è cambiato molto è la modalità del contagio: negli anni 80, avveniva soprattutto tra tossicodipendenti ed omosessuali – spiegano gli infettivologi dell’Asl 9 – ; in seguito i nuovi casi di sieropositività sono drasticamente diminuiti tra gli omosessuali, per aumentare negli etero. Negli ultimi anni è ripreso a salire il numero dei nuovi contagi anche tra gli omosessuali, oltre che tra gli etero, a dimostrazione che quella sessuale rimane la principale via di trasmissione del virus. La buona notizia è che da tempo non nascono più bambini sieropositivi, dato che le nuove terapie evitano la trasmissione dalla madre sieropositiva al bambino».