di Daniele Reali
GROSSETO – È durata più di mezz’ora la polemica che questa mattina ha aperto la seduta del consiglio comunale di Grosseto. Una bagarre che ha coinvolto consiglieri e pubblico in aula. Tutto è nato dalla presenza, tra gli “spettatori” della seduta di oggi, di un cittadino, vicino al Movimento 5 Stelle, che si è presentato con una telecamera per riprendere i lavori del consiglio.
Le sedute del consiglio, a meno che non siano espressamente a porte chiuse, sono pubbliche, ma secondo il regolamento per fare riprese o scattare fotografie c’è bisogno di una autorizzazione. Da qui e dalla richiesta del consigliere di maggioranza Saimo Biliotti di sapere chi fosse la persona con la telecamera, si è originata una lunga discussione, a volte anche con toni accesi, che ha catturato l’attenzione di tutti, consiglieri e pubblico, sottraendo tempo all’ordine del giorno.
Dalla maggioranza e da più consiglieri è stato puntualizzato che in questi casi le «regole devono essere rispettate» e che di solito «per educazione si chiede, prima di accendere una telecamera», mentre dall’opposizione, sia da parte del centrodestra che da parte del gruppo consiliare di Sinistra Ecologia e Libertà e dal Movimento 5 Stelle, è stato fortemente criticato il comportamento “censorio” seguito dal consiglio. «Il comune deve essere una scatola di vetro» è stato detto, e tra l’altro fino ad oggi, anche tra gli operatori dell’informazione, le autorizzazioni non sono mai state prese in considerazione.
Una polemica che sicuramente non fa bene al consiglio e alla città sopratutto in un periodo come questo dove sempre più spesso c’è l’esigenza di trasparenza e vicinanza al mondo della politica e della pubblica amministrazione da parte degli italiani, maremmani compresi.