di Barbara Farnetani
GROSSETO – Sono 80 i ragazzi del Reggimento Savoia Cavalleria impegnati a portare aiuto ai cittadini colpiti dall’alluvione, 80 soldati che spesso hanno rinunciato al proprio turno di riposo, continuando a lavorare fianco a fianco alla popolazione e alle forze in campo nella zona di Albinia. Un numero raddoppiato rispetto a quello reso immediatamente disponibile il primo giorno di intervento quando a causa delle strade interrotte e della difficoltà a raggiungere certe zone gli uomini del Savoia si sono concentrati nella zona di San Martino, a Istia, alle porte della città dove la gente era stata messa in difficoltà dall’esondazione di un tratto dell’Ombrone che aveva isolato diverse abitazioni di campagna. «Quando abbiamo avuto il via libera siamo partiti – afferma il comandante del distaccamento del Savoia Cavalleria, il Colonnello Giuseppe Cirianni –. Ad Orbetello è stato allestito il Centro operativo della Protezione civile che coordinava tutte le operazioni dei vari corpi e dei volontari. Già la prima sera abbiamo soddisfatto tutte le richieste pervenute sin dove è stato possibile arrivare»
Una volta arrivati i mezzi più idonei a quel genere di situazione (fuoristrada, gommoni) gli uomini del Savoia, una parte dei quali si trova attualmente in missione di pace in Libano, hanno potuto iniziare a raggiungere anche le case più isolate.
Come la famiglia, padre, madre, figlia e 12 tra cani e gatti, che si era rifugiata al piano superiore della propria abitazione, una ex casa cantoniera completamente circondata dalle acque. L’abitazione sembrava sorgere dal bel mezzo di un lago. «Quando siamo arrivati – continua Cirianni – la famiglia ci ha ringraziato ma si è rifiutata di lasciare i propri animali, cani e gatti, da soli. Sebbene fossero senza acqua, luce e gas, ci hanno chiesto cibo, medicinali e croccantini, ma sono rimasti lì.»
Una volta stabilizzata la situazione di Albinia e terminata da parte dei Vigili del fuoco la mappatura delle campagne, il Savoia ha creato delle vere e proprie task force composte da personale militare e infermiere volontarie della Croce Rossa così da poter visitare i poderi e portare un sostegno a tutto campo, non solo viveri e beni di prima necessità, a chi da giorni viveva di fatto semi-isolato. L’ultimo fine settimana poi i ragazzi del Savoia lo hanno trascorso a monitorare, giorno e notte, gli argini dell’Ombrone visto che era stata diramata un’altra allerta meteo.
«Abbiamo coordinato anche il lavoro della scuola superiore Leopoldo II di Lorena – ricorda Cirianni – i ragazzi si sono messi a disposizione della popolazione. Dovevano restare fino a ieri e invece sono voluti restare per finire quanto iniziato. Abbiamo composto dei team, piccole squadre di ragazzi con a capo un militare i ragazzi giungevano sul posto con i propri mezzi e si mettevano subito al lavoro a svuotare cantine e spalare il fango.»
Adesso che le situazioni di più stringente emergenza sono superate il territorio alluvionato è stato diviso in zone di competenza. Il Savoia si sta occupando del settore che va dall’Albegna a Polverosa. Fanno compilare alle famiglie raggiunte una sorta di promemoria, che valga un po’ da censimento e soprattutto che serva ai militari a non dimenticare nulla, nella visita successiva, di quanto serve ai singoli nuclei familiari.
«A darci la carica – conclude Cirianni – sono stati, sin dal primo giorno, i tanti attestati di stima della gente. Questa è la nostra terra, per questo tutti stiamo dando anche più di quello che potremmo, rinunciando ad avere il cambio e lavorando ben oltre il turno di servizio».
(per ingrandire cliccare sulle foto)
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