GAVORRANO – La crisi della siderurgia piombinese interessa anche le Colline Metallifere. Su questo presupposto era stato organizzato un incontro, poi rinviato a causa del maltempo, anche a Gavorrano. All’incontro, organizzato dal Comitato Bersani, avrebbe dovuto prendere parte anche il sindaco di Piombino Gianni Anselmi. «Questo argomento – affermano Silvano Polvani (nella foto a destra) e Daniele Fantini, del Comitato – è di forte attualità. In questi mesi molte sono state le iniziative, anche forti, di mobilitazione che i sindacati assieme ai lavoratori e alla comunità della Val di Cornia. Per il 19 di Novembre i sindacati di categoria Fiom Fim e Uilm hanno promosso uno sciopero di tre ore e 10 minuti di luci spente in case, uffici e negozi a Piombino. Crediamo che anche i sindaci delle Colline Metallifere, assieme ai loro cittadini, dovrebbero far notare la loro presenza alla manifestazione ma in particolare i sindaci potrebbero raccogliere l’invito a far spegnere le luci nel proprio comune nella considerazione che una crisi al polo siderurgico di Piombino avrebbe ripercussioni devastanti anche nel territorio delle Colline Metallifere.»
«Non sappiamo in quanti sanno – proseguono Polvani e Fantini – che sui 2.100 dipendenti alla Lucchini il 20% proviene dalla nostra zona. Sono 420 i lavoratori che, dai diversi comuni delle Colline Metallifere, si recano a lavorare a Piombino. A fine 2011 i lavoratori impiegati alla Lucchini che provengono dalla nostra provincia sono: da Massa Marittima 79, da Gavorrano 77, da Follonica 190, da Scarlino, e Monterotondo se ne contano 24, mentre 50 sono suddivisi fra Grosseto e Sassofortino. Sono cifre veramente importanti queste anche alla luce dal fatto che non contemplano gli occupati alla Magona e alla Dalmine e non considerano quelli alle ditte appaltatrici, sicuramente altre centinaia. Cifre che per alcuni comuni rappresentano la fabbrica industriale virtuale più grande del loro comune, alla quale dobbiamo sentirci attaccati – concludono dal Comitato Bersani -, sentirla e difenderla come se fosse nel nostro proprio territorio.»