GROSSETO – “E’ assolutamente necessario un piano di emergenza per i canili in prossimità dell’argine dell’Ombrone che permetta di salvare gli animali in caso di allagamento”. La LAV Grosseto, dopo l’allarme piena di ieri, lancia l’appello a istituzioni e gestori affinché si appronti una strategia di evacuazione e messa in sicurezza per le centinaia di cani ospitati nelle due principali strutture costruite a ridosso dell’argine. Il canile Zoo Service, convenzionato con il Comune di Grosseto e con numerose altre amministrazioni locali, si trova direttamente in contatto con l’argine e un’esondazione lo colpirebbe in modo devastante; ma anche il canile di San Martino, che ospita cani da caccia, è vicinissimo al fiume e la piena non lo risparmierebbe. Insieme a questi ci sono moltissimi canili, spesso abusivi, nei quali vivono ulteriori cani da caccia in un numero difficilmente stimabile, realizzati lungo tutto il perimetro delle terre di golena. Uno tra questi è il tristemente noto canile di Ponte Mussolini, denunciato da tempo dalla LAV e da altri, per il quale il Comune di Grosseto ha già ordinato al proprietario un abbattimento mai avvenuto.
“Se l’Ombrone straripasse per i cani, chiusi nei box, non ci sarebbe speranza”, dichiara Giacomo Bottinelli, responsabile LAV Grosseto. Per questo la LAV chiede che si prevenga il disastro con un piano di emergenza che preveda modalità di evacuazione rapida delle strutture e un luogo di provvisoria ospitalità degli animali. “Al momento ci troviamo purtroppo nell’impossibilità di agire anche disponendo di volontari e mezzi di trasporto proprio in quanto manca una strategia di coordinamento e un luogo di stallo alternativo. Entrambi gli aspetti devono essere seriamente affrontati in sede istituzionale”, prosegue Bottinelli.
“C’è da notare che anche l’ultimo regolamento urbanistico prevedeva aree da adibire a canile in zone fortemente alluvionabili e ciò è stato anche oggetto di un’osservazione formale – sottolinea la LAV – in quanto appare assurdo costruire rifugi per cani in punti che nell’arco di pochi anni sono destinati a subire allagamenti consistenti”.