GROSSETO – Alla prossima riunione del Cipe il ministro all’ambiente Corrado Clini presenterà un piano per la prevenzione del dissesto idrogeologico e la messa in sicurezza del territorio. Clini si dice d’accordo anche per l’inserimento nella legge di stabilità di un fondo nazionale per la messa in sicurezza del territorio, «che sia stabile e duri almeno 15 anni, con cui garantire 1-1,5 miliardi ogni anno».
«Il primo pensiero – afferma il deputato del Pd Luca Sani – è per le famiglie che hanno perso i propri cari in conseguenza delle esondazioni dei corsi d’acqua nei pressi del Chiarone e di Marsiliana, alle quali va un sincero sentimento di vicinanza. Il bilancio tragico della perdita di vite umane – ha aggiunto – è poi aggravato dal fatto che è stata devastata una delle aree agricole più produttive della provincia, spazzando via decine di aziende specializzate in produzioni di qualità, e fra queste alcune imprese del comparto agroindustriale che danno lavoro a centinaia di addetti.»
«Va immediatamente decretato lo stato di calamità, che consente a sua volta di derogare ai vincoli del Patto di stabilità e utilizzare subito le risorse disponibili – continua il deputato maremmano – Rispetto alla fase della ricostruzione, invece, Sani ha chiesto al Governo di «individuare stanziamenti aggiuntivi con la legge di stabilità di prossima approvazione, oppure di adottare un provvedimento straordinario come è avvenuto in occasione di altre recenti calamità naturali, a partire dal terremoto in Emilia».
«La morte violenta di Antonella Vanni, Paolo Bardelloni e Maurizio Stella ci rattrista e ci colpisce per la modalità con cui è avvenuta – sottolinea il presidente della Provincia Leonardo Marras -. Tre lavoratori che tornavano da un corso di aggiornamento, trovatisi per una fatalità assurda nel posto sbagliato al momento sbagliato, proprio quando il ponte sull’Albegna ha ceduto alla prepotenza delle acque. In questi casi, purtroppo, è impossibile trovare le parole giuste, e non rimane che testimoniare un profondo cordoglio e la vicinanza alle famiglie colpite dal lutto».
Il dispositivo di soccorso dei Vigili del Fuoco è stato ulteriormente potenziato con l’invio di Sezioni Operative composte da personale SAF fluviale, soccorso acquatico e Sommozzatori dalle Direzioni Regionali Lazio, Abruzzo, Emilia Romagna e Campania. Inoltre i Gruppi Operativi Speciali (GOS), sono stati potenziati con l’invio in zona di 5 automezzi Anfibi. Complessivamente il contingente operativo è di 172 Unità con 40 automezzi. A supporto stanno operando due elicotteri.
Sulla situazione delle attività danneggiate dal maltempo interviene il presidente di Cna Gabriele Fusini che afferma come non bastasse la situazione già resa difficile dalla crisi «e Giove Pluvio, con gli oltre 400 mm di precipitazioni cadute, in 36 ore, nel comprensorio più colpito, quello dell’Osa Albegna ha fatto il resto. In queste ore stiamo facendo una “prima conta”: stiamo cercando di capire quante aziende, e dove, sono state sommerse, quante sono state danneggiate, e in che misura, oltre quando, le une e le altre, potranno tornare a produrre. A tale “censimento”, una volta ultimato, ne andrà poi aggiunto un secondo: quello relativo ai danni patiti dal sistema viario e infrastrutturale.
A livello istituzionale chiedano senza indugio la dichiarazione di stato di calamità, una sospensione nel pagamento dei contributi previdenziali, delle imposte erariali e dell’insieme dei tributi comunali. Giove Pluvio non può essere gestito e possiamo solo sperare in bene; la leva fiscale e quella tributaria, però, sono nella nostra disponibilità.»
Cia Coldiretti e Confagricoltura parlano di danni incalcolabili, per diverse centinaia di milioni di euro, Anton Francesco Vivarelli Colonna ha inviato una lettera al ministero «nella quale è contenuto il nostro appello affinché si sollevino gli agricoltori maremmani, pesantemente colpiti dagli eventi alluvionali di lunedì e martedì, dal pagamento imminente dell’Imu e a sospendere quello degli oneri previdenziali.» Vivarelli mette poi l’accento su quanto è accaduto anche all’industria agroalimentare maremmana, massicciamente presente nelle aree alluvionate. «La zona delle Topaie ad Albinia è molto importante da un punto di vista agroindustriale – commenta -. Metterla in difficoltà sarà condizionante anche per le nostre produzioni.»
«Non siamo di fronte ad una calamità naturale, ma ad una vera e propria tragedia». Così il presidente di Coldiretti Grosseto, Francesco Viaggi, che prosegue «L’agricoltura è in ginocchio, l’alluvione, oltre ad avere colpito durissimamente la zona sud della provincia grossetana, ha interessato a macchia di leopardo tutta quanta la Maremma, di fatto interrompendo la filiera di colture tradizionali che rappresentano oltre il 50% della produzione regionale. Serre per la coltivazione di frutta e verdura letteralmente spazzate via dalle acque, centinaia di ettari di terreno seminativo (a frumento, cereali e foraggi) ridotti a “risaie”, centinaia di capi di bestiame e animali da cortile (solo un allevamento di ovini registra la perdita di quasi 200 pecore) sopraffatti dalle piena hanno interrotto le filiere di produzione agroalimentare.»
Coldiretti sta dando vita ad catena di solidarietà “interna”, che permetterà, soprattutto a donne e bambini, di trovare accoglienza nelle strutture agrituristiche non interessate dall’alluvione, mentre già dalla giornata di oggi i tecnici della associazione hanno iniziato un’opera di ricognizione. E a partire da sabato prossimo, nei farmer market e nelle botteghe di Campagna Amica, Coldiretti organizzerà delle “vendite di solidarietà” dedicate alle aziende maggiormente colpite dagli eventi.
Intanto il Corpo forestale dello Stato è impegnato anche in interventi anti-sciacallaggio.