di Barbara Farnetani
RIBOLLA – Hanno visitato due appartamenti in un lasso di tempo di circa un’ora e mezzo. Si sono arrampicati, molto probabilmente, sulla grondaia, e si sono introdotti nel primo appartamento, al piano superiore. Forse lo avevano tenuto d’occhio e sapevano che non c’era nessuno, che la titolare era fuori casa, così hanno avuto tutto il tempo per cercare indisturbati senza trovare nulla o quasi. Dopo di che si sono intrufolati nell’appartamento sottostante. Sono entrati in camera dei proprietari che stavano dormendo, e hanno trovato il portafogli del padrone di casa con dentro 800 euro, e sono fuggiti anche perché gli abitanti della casa, forse sentito qualche rumore insolito si sono svegliati.
La tecnica per introdursi nelle case è sempre la solita: i ladri praticano un forellino con un trapano a mano nel legno della finestra, e in questo buco infilano un ferro ricurvo con cui girano la maniglia. Potrebbero essere piccole bande, disseminate sul territorio, che magari si trovano a circolare in alcuni paesi e comunità per il proprio lavoro, un cantiere aperto, lavori manutentivi o di muratura, e che hanno così occasione di fare una sorta di “sopralluogo” nei dintorni delle abitazioni prese di mira. A differenza di quel che si crede i derubati non vengono narcotizzati, semplicemente i ladri sono persone particolarmente esperte in questo tipo di furti, e sanno muoversi con abilità al buio.
Purtroppo proprio a causa della conformazione del nostro territorio, particolarmente vasto e frammentato, con abitazioni anche piuttosto isolate, nonché delle modalità estemporanee con cui vengono commessi questi reati, è particolarmente difficile arginare questo tipo di crimini. Nel 2010 il comando dei Carabinieri di Massa Marittima, capitanato da Umberto Centobuchi, fermò, attraverso una vasta operazione di contrasto al crimine, una banda composta da dieci tra Rumeni e Albanesi specializzati in questo genere di furti. In corso le indagini dei Carabinieri.