GROSSETO – «Ha ragione il sindaco Bonifazi a parlare di sfida con le nuove Province. Il settore della pubblica istruzione è uno di quelli che potrà risentire maggiormente del riordino degli enti locali. La creazione di un ente di secondo livello può essere una sfida per accelerare un percorso unitario di servizi culturali e d’istruzione su più larga scala. Rimangono infatti fermi i punti riguardanti la programmazione della rete scolastica, i servizi di supporto alle situazioni di handicap e svantaggio, l’importantissima partita dell’edilizia scolastica. E’ una sfida che con gli amici di Siena dobbiamo vincere. Dobbiamo creare un modello di buona gestione, tutti insieme». Lo dichiara in una nota l’assessore alla Pubblica Istruzione, Politiche Sociali e Innovazione del Comune di Grosseto, Luca Ceccarelli (nella foto).
«Lo stesso vale per per le politiche sociali e di salute pubblica, tanto più in Toscana, dove si è deciso di chiudere l’esperienza delle Società della Salute, accusate di non avere un significativo impatto sulla programmazione regionale o sulla distribuzione delle risorse – ha aggiunto – Sarà necessario quindi ripensare i modi e gli strumenti dell’integrazione socio-sanitaria sul nuovo territorio, consci che gli obiettivi rimangono quelli di assicurare alle persone ed alle famiglie servizi sociali integrati, promuovere interventi per garantire la qualità della vita, pari opportunità, non discriminazione e diritti di cittadinanza, prevenire, ridurre o eliminare le condizioni di disabilità, di bisogno e disagio individuale e familiare che derivano da inadeguatezza di reddito, difficoltà sociali e condizioni di non autonomia. In pratica ciò che si proponevano le Società della Salute».
«Non va dimenticato, poi – prosegue Ceccarelli – il ruolo che importanti società a partecipazione pubblica svolgono nel campo strategico dell’innovazione, basti pensare a Netspring a Grosseto e a Terrecablate a Siena. Si tratta di due realtà in cui la Provincia ha un ruolo fondamentale e che impongono una seria riflessione per non disperdere, ma integrare, un patrimonio che definire centrale per l’uscita dalla crisi è quanto mai adeguato. Solo attraverso politiche di innovazione tecnologica, infatti, potremo dare nuova dignità ad un territorio vasto e ricco di peculiarità conosciute ed apprezzate in tutto il mondo. Come si può facilmente capire, per il raggiungimento di obiettivi così importanti ed ambiziosi, serve coesione e non campanilismo. Una politica seria non può prescindere da un lavoro quotidiano, fianco a fianco».