FIRENZE – Dalla Regione arriva una cauta “promozione” per le scelte compiute dal governo sulla riforma della province. A parlare sono il presidente Enrico Rossi (nella foto a destra) e l’assessore regionale Riccardo Nencini che ha seguito tutto l’iter di consultazione e le proposte di riordino fatte dal Consiglio delle Autonomie Locali prima e dal Consiglio Regionale poi.
«La perimetrazione approvata oggi dal Consiglio dei ministri – osserva il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi – ha un senso perché si raccorda con la legislazione regionale sulle aree vaste, con i tanti studi effettuati e con le numerose iniziative di governance promosse dalla stesse Province».
«Certamente – prosegue – i nuovi confini approvati richiamano la mia proposta iniziale di unificare le province in tre aree vaste, mantenendo quella di Arezzo, anche se quella da me avanzata era diversa nelle modalità di attuazione e non prevedeva la città metropolitana. In merito all’istituzione della città metropolitana raccolgo le preoccupazione dei sindaci delle città capoluogo. L’area centrale non può certo essere considerata a tutti gli effetti, ancorché metropolitana, una città. E’ in realtà una dimensione territoriale che per le sue caratteristiche ha bisogno di una governance unitaria. Perciò – conclude Rossi – un giudizio definitivo sul processo di riorganizzazione delle province sarà comunque possibile solo quando l’intero iter si sarà concluso».
La riforma come si sa prevede quattro province per la “nuova” Toscana: la città metropolitana di Firenze che ingloba anche Prato e Pistoia e tre province, diciamo, ordinarie: Grosseto e Siena, Livorno, Pisa, Lucca e Massa Carrara e Arezzo che mantiene la sua autonomia.
«Il Governo – commenta l’assessore alle riforme e al rapporto con gli enti locali, Riccardo Nencini (nella foto a sinistra) – ha evitato quel Frankenstein istituzionale che sarebbe stata una provincia con Prato, Pistoia, Lucca e Massa Carrara. Arezzo rimane provincia ed il giudizio è positivo. Il lavoro fatto dalle istituzioni ha dato i suoi frutti”. “L’area della Toscana centrale che diventa città metropolitana è la vera novità – aggiunge poi – Una novità italiana, che andrà costruita con il concorso di tutti i cittadini e tutte le istituzioni».