GROSSETO – Dai comuni più attenti a quelli che hanno imposto le percentuali più alte Gabriele Fusini fa un’analisi dell’Imu sulle imprese imposta in Maremma. «Quasi sempre, e questo è davvero insopportabile – afferma il presidente di rete imprese Italia -, i laboratori ed i negozi sono stati equiparati alle seconde case, a volte anche a quelle di pregio: Come se la proprietà del luogo dove si esercita l’attività fosse un segno di lusso»
«In testa Manciano, Massa Marittima, Gavorrano e, forse, anche Roccastrada (sul sito del Ministero la delibera non è ancora riportata) – prosegue Fusini – con l’aliquota del 10,6 per mille. A una “incollatura” Cinigiano con il suo 10,0 per mille e poi un folto gruppo di Comuni con aliquote comprese tra il 7,6 ed il 9,9. Alcuni Comuni hanno invece utilmente differenziato le aliquote per tipologie catastale o contrattuale (Capalbio, Orbetello, Scansano e Sorano)».
«Venendo incontro alle nostre richieste – prosegue Fusini – alcuni altri hanno applicato aliquote ridotte del 7,6 per mille, vedi Grosseto che insieme a Sorano ha per primo accolto l’appello di Rete Imprese Grosseto, a Santa Fiora (unico tra i Comuni Amiatini), ed a Campagnatico, Castiglione della Pescaia, Civitella, Magliano, Pitigliano, Scarlino. Non si conoscono ancora le scelte fatte da Isola del Giglio, Montieri, Monterotondo, Semproniano e come già detto Roccastrada; delibere e aliquote, infatti, non sono ancora pubblicate sul sito del ministero. Tra i Comuni maggiori Follonica è all’8,0 per mille, Monte Argentario al 9,6, Castel Del Piano al 9,4 e Arcidosso al 9,1. Nessuno, come invece è successo in altre zone, è sceso sotto il 7,6 per mille; una possibilità che la legge istitutiva non nega e lascia alla facoltà dei singoli Comuni.»
«L’aumento delle aliquote, combinata con i nuovi coefficienti di calcolo, ha portato ad inasprimenti elevatissimi – sottolinea Fusini -: più del doppio, rispetto alla vecchia ICI che pure già gravava sui laboratori. Di conseguenza, al moderato apprezzamento per coloro che hanno contenuto aliquote si contrappone un deciso biasimo per coloro che le hanno posizionate sui livelli massimi.
L’impressione, per non dire la certezza, è quella di una colpevole sottovalutazione delle difficoltà e di una ancor più colpevole e disinvolta manovra sulle aliquote. Tra l’altro, ai quattro comuni che hanno già applicato l’imposta di soggiorno sembra se ne aggiungano altri quattro, capoluogo compreso. Di certo c’è che a dicembre, tra acconti Irpef, seconda rata Imu, acconti IVA e pagamento delle tredicesime per molti sarà veramente dura. Non osiamo pensare – conclude Fusini – a chi, tanto per restare sull’Imu, oltre che la seconda rata dovrà versare anche i conguagli.»