FIRENZE – È negativo il giudizio che Oreste Giurlani (nella foto in basso), presidente di Uncem Toscana, l’Unione dei comuni e degli enti montanti, dà sul progetto di riordino delle province varatao dal Governo Monti con il decreto sulla spending review del luglio scorso.
«È una riforma nata male e che sta per finire anche peggio» dice Giurlani che aggiunge: «nella sostanza, è molto probabile che il governo non accolga nessuna richiesta di deroga in base alla spending review» e che la Toscana si ritrovi con tre province, Livorno-Pisa, Prato-Pistoia-Lucca-Massa Carrara, Siena-Arezzo-Grosseto e un’area metropolitana, Firenze. Le due proposte avanzate la scorsa settimana dal Consiglio delle autonomie locali e fatte proprie dalla maggioranza in Consiglio regionale «verranno quasi sicuramente rimandate al mittente» dice ancora Giurlani.
«Il governo ha sbagliato fin dall’inizio perché non si fanno riforme di questa portata solo in base ai risparmi di spesa, bensì all’interno di un piano di riforma istituzionale, e perché accorpare le province solo considerando il numero di abitanti e le dimensioni territoriali è un criterio troppo rigido che non tiene conto di molte altre variabili – continua Giurlani – Così viene fuori un pasticcio, almeno per la nostra regione. Ve lo immaginate una provincia che da Prato va a Massa Carrara? A questo punto mi chiedo se non fosse stato piu’ opportuno abolire del tutto l’istituzione Province, e riattribuirne le funzioni a Comuni e Regione ed eventuali altri enti. Così invece, si creano macro aree disomogenee, difficili da governare».
Errore del govenro dunque, ma anche dei territori. «Se prima come Cal e poi come consiglio regionale fossimo riusciti a convergere su un’unica proposta forte e condivisa avremmo sicuramente avuto un altro peso politico e, forse, qualche chance di riuscire a convincere il governo. Così le nostre speranze sono pari a zero».