GROSSETO – «La presentazione del ricorso al garante della privacy da parte di Renzi contro le regole per le primarie del Centrosinistra è una brutta notizia.» Così l’onorevole Luca Sani, coordinatore della segreteria regionale del Pd interviene sul ricorso di Matteo Renzi.
«Le primarie servono in primo luogo a recuperare un rapporto forte tra politica e società su un progetto di governo per il Paese, ed è con questo spirito che migliaia di militanti si stanno attivando perché il loro esito sia una festa per il PD e per tutto il Centrosinistra. Ridurle a un campo di battaglia, senza esclusione di colpi tra i contendenti, non ha senso ed è pericoloso. Servirebbe viceversa lo spirito unitario che ha caratterizzato l’assemblea nazionale del PD del 6 ottobre, quando, su richiesta di Pier Luigi Bersani, unanimemente è unitariamente si è deciso di modificare lo statuto del PD per consentire anche a Matteo Renzi di partecipare.»
«Fra l’altro – prosegue Sani -, la polemica sull’albo degli elettori è pretestuosa perché già nelle primarie del 2005 per Romano Prodi era previsto. Inoltre, a leggere bene le regole, di pubblico in queste primarie c’è solo il manifesto-appello che gli elettori sottoscriveranno in favore del centrosinistra. Viene perciò da pensare che il ricorso sia stato presentato al solo scopo di buttarla in caciara, per evitare il confronto sui temi veri che sono oggetto della Carta di Intenti e che riguardano la vita reale degli italiani e del Paese.»
«È spiacevole constatare come Matteo Renzi continui ad avere un rapporto tutto dall’esterno con il nostro partito – afferma ancora Sani -. Adesso non si limita più a non partecipare ai momenti di confronto collettivi ma addirittura promuove azioni legali che possono solo alzare la tensione e dividere. Quanto alla privacy, penso di essere tra le centinaia di migliaia di persone che ricevono la newsletter di Renzi senza essersi mai iscritto. Evidentemente la privacy per Il centrosinistra si applica e per Matteo s’interpreta. Ma un po’ di coerenza no? Se continua di questo passo – conclude Sani -, dovremo chiedere l’istituzione del “Garante dei contenuti politici”, che Renzi proprio non riesce ad esprime».