GROSSETO – «Il Governo Monti ci vuole liquidare, marginalizzandoci. E questo porterà alla morte dell’agricoltura.» Così Antonfrancesco Vivarelli Colonna (nella foto a destra), il presidente di Confagricoltura Grosseto che torna a parlare della legge di stabilità che, secondo lui, creerà sconquassi ancora più ampi alle imprese agricole già ridotte allo stremo. «Quando qualcuno sostiene che gli agricoltori non pagano le tasse – precisa il presidente – credo che non si renda conto di quello che dice. Faccio presente che il sistema agricolo vale il 15% del pil, mostrando dinamicità e la volontà di stare sul mercato ma a queste condizioni, con un carico fiscale poco sostenibile, appare davvero difficile. Teniamo conto che in una notte è totalmente cambiato il regime fiscale non solo aggravato pesantemente ma, oserei dire, stravolto. Mi si deve spiegare come è possibile fare investimenti con forti immobilizzazioni, se si è fortunati accedere al credito e poi vedersi stravolte le previsioni di bilancio dal governo, che invece ti dovrebbe tutelare.»
La cosa che ha fatto inalberare Vivarelli Colonna è l’aumento del 15% dell’imposizione sui redditi dominicali e di un ulteriore 15% di aumento sul reddito agrario, ma soprattutto l’obbligatorietà per tutte le società di capitali di andare a bilancio. Insomma, piove sul bagnato visto che a questo vi si somma una serie di incrementi di tasse e l’aumento dell’Iva che per l’agricoltura è estremamente dannoso. «Se vogliamo far comprendere meglio quanto accadrà – puntualizza il presidente di Confagricoltura Grosseto – si parla per gli imprenditori agricoli di un aumento di circa il 30% della imposizione fiscale, tenuto conto che il reddito dominicale è di fatto il reddito presunto di un’impresa agricola e il reddito agrario è il suo fatturato. Quindi alcune imprese pagheranno il triplo delle tasse che pagavano ieri. Ma quello che “devasta” è la retroattività di queste misure; in pratica fanno pagare le tasse a bilanci chiusi, a investimenti attivati, a linee di credito aperte. Insomma, ci stanno uccidendo tassandoci perfino i contributi europei, visto che vengono ascritti a bilancio, come un provento qualsiasi, e quindi il rischio è che si trasformino in un costo puro per l’azienda. Ditemi voi se questa è lungimiranza!»
Secondo Vivarelli la conseguenza è portare alcune aziende a non svilupparsi, non chiedere contributi e non investire. «Ci si sciacqua la bocca con i successi dell’agroalimentare e poi si incentiva alla marginalizzazione agricola visto che per i coltivatori diretti, ossia per le persone fisiche, aumentano del 5% i redditi dominicali. La situazione è dunque critica – conclude – perché colpisce un settore che assorbe manodopera e genera sviluppo e porterà inevitabilmente a un aumento dei prezzi degli alimentari. Monti, con la legge di stabilità, varerà un provvedimento pessimo che ci farà morire di tasse.»