di Barbara Farnetani
GROSSETO – Cunicoli, anfratti, passaggi segreti, è ricco di storia il sottosuolo della città di Grosseto. Una storia nascosta e perlopiù sconosciuta che riemerge grazie agli interventi che il comune sta portando avanti per la riqualificazione della cinta muraria. Troniere negli anni divenute il magazzino di tutto ciò che non serviva più, piccole chiostre utilizzate un tempo dai giardinieri per far crescere fiori e piante che avrebbero adornato la aiuole divenute giungle di alberi e arbusti, e poi il meraviglioso Bastione Maiano, già cisterna per l’acqua a servizio della città, chiuso e ricoperto da scritte ed erbacce. Tutto questo tornerà presto fruibile, o almeno queste sono le intenzioni del sindaco Emilio Bonifazi e dell’assessore ai lavori pubblici Giuseppe Monaci (nella foto sopra).
Sul bastione il progetto è già pronto e secondo le stime di Monaci i lavori, una volta affidati, «potrebbero giungere a compimento già verso la fine della prossima primavera e comunque non più tardi della fine del 2013». Abortita, per il mutare dei tempi (era la metà degli anni ’90) e la carenza di fondi, l’idea di fare sulla terrazza una caffetteria con tanto di ascensore, anzi, la struttura in cemento armato che doveva ospitare l’ascensore sarà abbattuta, interrate il resto delle strutture, tranne due cilindri che ospiteranno due scale a chiocciola per salire dai parcheggi sottostanti. 293 mila euro, tanto costerà questo intervento, che era il quarto di una serie di 13 fermatisi nel 2009 a causa dei problemi tra ditte sorti proprio al Maiano.
Proprio ieri la conferenza dei servizi, dopo il parere favorevole della Soprintendenza per i beni archeologici e paesaggistici e la soprintendenza archeologica, ha approvato il progetto. Il Bastione sarà reso fruibile all’esterno, con un intervento di recupero che renderà calpestabile la terrazza sovrastante ricoperta in travertino, magari anche come luogo per organizzare eventi, ma nell’idea del comune c’è anche quella, quando si troveranno i fondi, di ripristinare anche l’interno, caratterizzato da una cisterna, un serbatoio a volte (nella foto sopra l’interno) dal soffitto altissimo e con un ballatoio che corre tutto attorno e che nel dopoguerra fu sala da ballo e ring per incontri di pugilato.
Ma oltre al progetto particolarmente significativo del Maiano, c’è tutta una serie di interventi per rendere più fruibili e combattere il degrado sulle mura cittadine. Intanto grazie alla cooperativa sociale La Gerbera, che in pianta stabile si occupa della pulizia e della cura del verde del monumento più importante della città. La cooperativa, che occupa anche ragazzi diversamente abili, impiega otto persone, in turni di tre la mattina e tre il pomeriggio, mentre il sabato e la domenica sono impegnati solo la mattina. Questa presenza costante di personale serve anche a scoraggiare coloro che avevano preso le mura come luogo di bivacco. La cooperativa si è occupata di potare gli alberi, ripulire le mura dalle piante di cappero ma anche da fichi e lecci che erano cresciuto tra le pietre dei muri, e anche del ripristino del mosaico del Grifone che era stato donato dalla società “Piccolo Principe”.
Un capitolo a sé merita il settore illuminazione: «I pali della luce – afferma Monaci – sono di Enel sole, che purtroppo non ne cede la proprietà, e dovrebbe, in cambio di un canone di 90 mila euro, garantirne la manutenzione» «Vorremmo trasferire tutti i punti luce alla società Investia – ha aggiunto Bonifazi – che gestisce già 2 mila punti luce in città, operazione che ci ha garantito già il risparmio di 300 mila euro.»
Tra gli interventi fondamentali un sistema di 13 telecamere, dal Bastione Molino a vento sino al Garibaldi, che manderà le immagini alla sala dei Vigili Urbani; quando si procederà alla loro installazione il comune vorrebbe anche interrare i fili elettrici e cambiare i lampioni che illuminano la zona. Inoltre è prevista la rimozione dell’asfalto, frutto di una scelta tipicamente anni ’70 per sostituirlo con una pavimentazione in cocciopesto.
L’idea è quella di recuperare i molti angoli abbandonati delle mura per renderli fruibili magari con percorsi a tema guidati. Una sorta di antica serra, utilizzata dai giardinieri per conservare le sementi e crescere le piantine da mettere a dimora tornerà ad essere un piccolo orto botanico, in un percorso che la legherà al resto delle mura dove sono presenti «tantissime specie botaniche, anche preziose antiche e rare» ha ricordato Monaci. Da qui si accede ad una troniera che congiunge il retro del teatro Industri al parcheggio. Si trattava di un deposito per le palle di cannone e che fa da centro a tutto un dedalo di corridoi sotterranei che congiungono varie parti delle mura. «Vogliamo recuperare questo sistema di sotterranei e riavvicinare i Grossetani alle mura – ha detto il sindaco Bonifazi – magari organizzandoci mostre ed eventi» La troniera, ingombra da anni di accatastamento (tra gli oggetti curiosi una bicicletta per il trasporto delle merci forse degli anni 40 e un busto di una qualche non meglio identificata personalità, “forse un re” ha ipotizzato qualcuno) è fondamentalmente “sana” niente infiltrazioni i muri sono solidi e asciutti, basterà sgomberarla e ricostruire i sottoservizi eliminando secoli di sedimenti. Un’operazione che il comune crede di poter realizzare in tempi brevi e con costi contenuti da trovare nelle pieghe del bilancio.
Insomma una Grosseto segreta e affascinante che presto potrebbe tornare ad essere di facile fruizione per tutti i cittadini.