di Lorenzo Falconi
GROSSETO – Sono giorni ancora difficili per i lavoratori della Mabro. Saltato l’incontro in Regione, in programma nella giornata di ieri, è ripreso il presidio di protesta davanti ai cancelli dell’azienda. Come accade da alcune settimane, i dipendenti si sono ritrovati per esprimere ancora una volta le loro difficoltà, in un presidio che questa mattina è andato avanti dalle 9 alle 13. Una battaglia snervante che sta portando all’esasperazione i dipendenti, in attesa di risposte che non arrivano e coinvolti da troppo tempo in una vicenda dalla quale emerge sempre poca chiarezza. Per questo motivo le Rsu hanno programmato per venerdì 26 ottobre una trasferta fino a Firenze, per far sentire le proprie ragioni al governatore Rossi. «Il 22 luglio il presidente della Regione ci aveva garantito che i primi di agosto sarebbe stato a Grosseto per occuparsi della nostra questione – dicono i dipendenti -, noi non ci siamo dimenticati delle promesse fatte, forse qualcun altro sì».
Intanto non migliora neanche la situazione economica dei dipendenti dell’azienda, tra stipendi arretrati non pagati e una cassa integrazione in scadenza. L’autorizzazione ministeriale, infatti, copriva il periodo di 6 mesi, da febbraio ad agosto, ma necessita di ulteriori verifiche. Niente di insormontabile, ma in ogni caso c’è il rischio che i dipendenti rimangano scoperti dal punto di vista dei sussidi, con mesi interi da affrontare senza alcuna retribuzione economica.
Anche il clima sul posto di lavoro non è dei migliori. Oltre alla spaccatura tra le maestranze, con la divisione tra i lavoratori che hanno scelto di dare fiducia all’azienda, prestando servizio malgrado i mancati pagamenti, e quelli rimasti all’esterno della struttura a scioperare, oggi è stato il giorno dell’udienza in tribunale tra la proprietà e i dipendenti. Il giudice del lavoro di Grosseto ha preso atto della richiesta di atteggiamento anti-sindacale inoltrata da alcuni lavoratori, in quanto dall’azienda erano stati saldati acconti di stipendio verso i dipendenti che avevano prestato servizio, lasciando momentaneamente indietro chi stava scioperando. La vicenda giudiziaria incrina ancora di più i rapporti, già decisamente logori, tra le parti. La sentenza è prevista per la prossima settimana.