ISOLA DEL GIGLIO – L’Osservatorio sul recupero della Costa Concordia, l’organismo di controllo nato dalla conferenza dei servizi e che fa capo al commissario straordinario Franco Gabrielli, continua il suo lavoro di verifica dello stato dei lavori e di tutela ambientale; oggi l’incontro periodico si è svolto a Firenze, a Palazzo Cerretani.
E’ terminata la messa in opera, “lato terra” rispetto al relitto Concordia, dei primi quattro anchor block (della portata di mille tonnellate ciascuno) grazie ai 40 micropali di 20 cm di diametro (10 per 4) inseriti sul fondo marino. Ora è iniziata la fase di messa in tensione dei tiranti che passano sotto lo scafo e lo metteranno in sicurezza, immobilizzandolo ed evitando scivolamenti, che si concluderà entro la fine del mese in corso.
Da qualche giorno è partito invece il lavoro “lato mare” per la predisposizione delle basi delle piattaforme di sostegno quando il relitto sarà fatto ruotare e raddrizzato. Si usa una tecnologia analoga a quella della perforazione petrolifera: viene posizionato una tubo guida, una sorta di “camicia”, che affonda e fa da parete alla trivella di 2 metri di diametro che scava nel terreno la sede dei pali da posizionare.
«E’ stato posta attenzione all’uso dei materiali di riporto della perforazione – sottolinea la presidente Maria Sargentini -, peraltro pietrisco sabbioso di ottima qualità con diverse possibilità di riutilizzo. Sarà predisposto un piano di movimentazione e stoccaggio di tali materiali secondo la normativa di salvaguardia ambientale. Il piano sarà pronto in tempi brevissimi». A fine mese la presidente prevede anche il prossimo incontro con la popolazione del Giglio con la probabile presenza del commissario Gabrielli.
Compongono l’Osservatorio sul recupero della Costa Concordia: Regione Toscana, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, Dipartimento della Protezione Civile, Arpat, Provincia di Grosseto, Comune dell’Isola del Giglio, Ministero dell’Interno, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Ispra, Capitaneria di Porto di Livorno, Ministero della Salute e Istituto Superiore della Sanità.