GROSSETO – Circa sessanta anni fa si registravano in Maremma gli ultimi casi di malaria, mentre nel 1970 l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarava l’Italia zona indenne dal pericolo della comparsa di focolai di malaria. Se le date finali di questa storia sono vicine a noi e indubitabili (i casi successivi agli anni ’50 sono stati sporadici e ininfluenti sulla trasmissione endemica della malaria), l’origine del problema è ancora relativamente oscura: la questione della cronologia iniziale della malaria in Italia deve infatti misurarsi con serie di dati (archeologici, demografici, medici) spesso in contrasto fra loro.
L’Etruria, o almeno parte di essa, era malarica? E quando l’infezione si aggravò tanto da influire sul popolamento? Sono alcune delle domande a cui cercherà di dare risposta la conferenza che si svolgerà sabato 20 ottobre, alle ore 17, presso il museo Archeologico e d’arte della Maremma di Grosseto. Ripercorrendo vecchie e, talvolta, ancora radicate teorie, e mettendo a confronto fonti antiche, evidenze archeologiche, dati ambientali e analisi genetiche, Mariagrazia Celuzza terrà una conferenza sul tema “La malaria e gli antichi”.