di Barbara Farnetani
GROSSETO – 30% di posti in più, 23 bambini che ne erano rimasti esclusi troveranno asilo nei nidi convenzionati. È questo il frutto del rinnovo della convenzione tra comune di Grosseto e nidi accreditati. I posti passano dunque dagli 89 dello scorso anno a 112 «Abbiamo chiesto ai gestori dei nidi un sacrificio per aumentare l’offerta nonostante i minori introiti – ha detto l’assessore all’istruzione Luca Ceccarelli (nella foto con i gestori dei nidi) – si tratta di un secondo tassello per garantire a più famiglie possibili un servizio di qualità.» Per quanto riguarda le famiglie rimaste fuori sia dai nidi comunali che dalle convenzioni, una ulteriore alternativa è offerta dai buoni servizio regionali, i cosiddetti vaucher (web.comune.grosseto.it/comune/index.php?id=356), grazie ai quali il comune copre il 50% della domanda: ai 134 bambini ospitati nei nidi comunali e i 112 dei convenzionati si aggiungono infatti quelle famiglie che si troveranno a pagare una cifra ridotta rispetto alla retta dell’asilo scelto. La regione ha infatti investito in questo servizio 286 mila euro, ben 50 mila euro in più rispetto al passato anno scolastico. Da quest’anno anche la spesa compartecipativa dei vaucher si baserà sull’isee delle famiglie, non più un provvedimento a pioggia ma contributi calibrati da un massimo di 250 euro al mese (per coloro che hanno isee da 0 a 9 mila euro) ad un minimo di 100 euro (per chi rientra nella fascia tra i 27 mila e i 35 mila euro) con un contributo quindi che va oltre i 26 mila euro isee delle scorso anno.
L’assessore Ceccarelli apprezza molto il sacrificio e la disponibilità dimostrate dai gestori degli undici nidi convenzionati «Sono andati oltre una mentalità prettamente imprenditoriale – afferma l’assessore – per dare un servizio pedagogico alle famiglie»
«Un po’ di sacrificio c’è stato – sottolinea Gianluca Corbelli del “Giardino d’infanzia” – anche perché ci siamo trovati ad offrire gli stessi servizi a prezzi differenti, più bassi per alcuni bambini»
«Purtroppo – conferma Ceccarelli – non c’è modo di mettere bambini a fasce reddituali differenti così da compensare le varie rette. Il comune eroga infatti un certo importo, sino ad un massimo di 275 euro. Per coloro che rientrano nella fascia più bassa non c’è nulla da aggiungere, e può capitare che ci siano strutture che hanno più bambini a fascia minima.»
Le strutture convenzionate hanno controlli non solo da un punto di vista igienico sanitario, ma anche didattico: il fine è quello di offrire uno standard di servizi molto alto, e il fine del comune è di agevolare le strutture di qualità mettendo sul mercato le famiglie che se lo possono permettere e spingendo fuori mercato le strutture di più bassa qualità.
«Tutto questo – continua l’assessore -, è stato reso possibile non solo grazie alla rimodulazione delle tariffe, ma anche alla collaborazione dei gestori dei nidi»
Per quanto riguarda il ricorso al Tar Ceccarelli ribadisce la sua posizione «se ritengono di aver ragione fanno bene ad andare avanti. L’amministrazione ha fatto uno sforzo ulteriore mettendo sul piatto 150 mila euro da utilizzare per le famiglie numerose e per istituire una ulteriore fascia isee sino ai 35 mila euro. Non si può parlare di briciole, se si considera che chi ha tre figli e rientra nella fascia più alta di reddito passa da una quota mensile di 1.200 euro a 550. Inoltre abbiamo abbassato il coefficiente per il tempo pieno. Questi sono correttivi che entreranno in vigore comunque, indipendente dal ricorso al Tar. Abbiamo riesaminato più e più volte tutta la questione – aggiunge Ceccarelli – e ci sembra di aver fatto tutto con la massima correttezza, certo se il Tar la pensasse diversamente si tratterebbe di una diminuzione di introiti molto importante e molto iniqua e che inciderebbe non poco nel bilancio dell’amministrazione.»