FIRENZE – Al via la riforma e la razionalizzazione della bonifica idraulica in Toscana. La Giunta regionale ha avviato l’iter che porterà entro l’anno al riordino della materia e alla riduzione sostanziale dei soggetti preposti all’attività di bonifica, in coerenza con i principi contenuti nei criteri d’intesa Stato/Regioni.
La proposta della Giunta consiste innanzitutto nel suddividere il territorio regionale portando a 6 i Comprensori di bonifica dagli attuali 41 e nel razionalizzare gli attuali soggetti gestori che sono: 13 Consorzi di bonifica, 13 Comunità montane (oggi Unioni di Comuni), a cui la funzione fu attribuita dalla Regione in via provvisoria nel ’94, e 8 Consorzi interregionali.
«La razionalizzazione che proponiamo – spiega l’assessore regionale all’ambiente e all’energia Anna Rita Bramerini (nella foto sopra) -, si rende necessaria in un’ottica di risparmio e alla luce dell’attuale frammentazione e eterogeneità negli enti gestori. Come è noto, le Regioni non possono abolire i consorzi di bonifica perché sono previsti dalla normativa statale (Regio decreto 523 del 1904 e Regio decreto 215 del 1933), ma possono disciplinare il loro funzionamento e le loro attività nei limiti dati dalla normativa nazionale garantendo e salvaguardando il patrimonio di conoscenze che tali enti hanno accumulato negli anni con particolare riferimento alla gestione del territorio montano».
Stante il dibattito in corso sul riassetto istituzionale di vari enti (Province comprese), l’assessore spiega che si aprirà subito un confronto con i vari soggetti interessati e le Province anche sulla base degli indirizzi che darà il Consiglio regionale per determinare il numero più adeguato di Consorzi che comunque non potranno superare il numero dei Comprensori, cioè 6. Si tratterà di aggregare gli attuali Consorzi e restituire a questi le funzioni di bonifica delegate in via transitoria con la LR 34/94 alle Comunità Montane (oggi parzialmente trasformate in Unioni dei Comuni). L’individuazione dei 6 Comprensori si basa su quanto stabilito nel 2008 dalla Conferenza Stato/Regioni che definisce i comprensori di bonifica “quali unità idrauliche omogenee, la cui estensione sia idonea a consentire una valida gestione del reticolo nell’ottica della economicità e funzionalità operativa”.
Per questo, nel progetto di riordino, i Comprensori saranno delimitati in base ai bacini idrografici regionali che, tenendo conto delle caratteristiche del reticolo idraulico presente in Toscana, corrisponde a un numero non superiore alle 6 unità.
«A chi chiede il motivo della necessità del tributo – precisa Bramerini – rispondo che il tributo è ineliminabile e fondamentale. Lo Stato infatti finanzia solo nuove opere per i corsi d’acqua classificati più importanti, mentre le legge prevede che per i corsi meno importanti e per l’attività di di manutenzione ci pensi il privato che appunto agisce tramite i Consorzi. Il contributo di bonifica serve a finanziare tutte le attività che competono ai privati per legge e il cittadino paga nella misura del beneficio che riceve»
Sono 7 gli altri punti significativi della riorganizzazione:
1 – garantire l’uniformità dell’attività dei consorzi su tutto il territorio regionale per evitare differenziazioni sulla formazione dei bilanci, dello statuto e dei criteri per l’emanazione del tributo di bonifica. Ogni anno il tributo di bonifica fa introitare 60 milioni nelle casse dei Consorzi, unica e indispensabile risorsa per la corretta manutenzione del reticolo idraulico.
2 – rendere certo e trasparente il contributo versato da ciascun consorziato. Per questo obiettivo sarà la giunta a dare direttamente indicazioni su come redigere i piani di classifica. I piani di classifica determinano le necessità di manutenzione/gestione di un corso d’acqua e le modalità di ripartizione dei costi fra i privati.
3- far sì che su ogni territorio ci sia una corrispondenza tra tributo e interventi in opere di manutenzione utili a mantenere il reticolo idraulico
4 – semplificare e sburocratizzare l’attività amministrativa.
5 – ridurre gli organi politici con le relative spese (sarà previsto solo un compenso/rimborso per il presidente del consorzio in misura proporzionale alle funzioni esercitate). Il costo è decresciuto nel corso degli anni fino a assestarsi ultimamente sui 600mila euro l’anno per tutti gli organi. Va aggiunto che ad oggi su 13 Consorzi di bonifica, 12 sono commissariati.
6 – attribuire le funzioni di indirizzo e controllo alla Regione
7 – approvare il Piano di bonifica (che contiene tutte le attività del Consorzio) con i l concorso delle Province e dei Comuni