di Daniele Reali
GROSSETO – Che fine farà la provincia di Grosseto e come sarà ridisegnata la Toscana? Al sondaggio che è stato lanciato all’inizio del mese di settembre i lettori de IlGiunco.net hanno dato una risposta piuttosto netta. Alla soluzione di una nuova provincia con Siena e con Arezzo i visitatori hanno preferito l’unione della Maremma alle “vecchie” province della costa. Più del 54,3% dei voti espressi nel sondaggio sono andati all’ipotesi dell’unione con Livorno e Pisa, mentre il 42,2% ha scelto l’opzione della fusione con Siena e Arezzo.
A distanza di tre settimane dal lancio del sondaggio tante sono state le ipotesi messe in campo da amministratori, politici, comitati e associazioni della società civile e il quadro della nuova Toscana è parzialmente cambiato. La discussione si è spostata sui capoluoghi delle nuove super province, mentre rispetto alle cosidette proposte “in deroga”, cioè soluzioni diverse da quelle previste dalla mera applicazione della normativa, hanno lasciato il campo a quella che era l’impostazione originaria del decreto legge sulla spending review che il governo Monti ha varato nel mese di luglio.
In pratica rispetto a quanto “dice” la legge l’unica deroga che in questo momento sembra essere stata accolta anche a livello regionale riguarda la provincia di Arezzo: nel 2012, secondo i dati della prefettura, Arezzo avrebbe le “carte” giuste per rimanere provincia perché avrebbe superato il limite dei 350 mila abitanti. Questo significa che rimane in campo soltanto l’ipotesi di una nuova provincia del sud della Toscana costituita da Grosseto e Siena perché, nonostante una “predilezione” di tanti maremmani per l’opzione Livorno e Pisa, gli assetti regionali a questo punto non potranno oscillare molto per Grosseto.
Qualche certezza in più arriverà martedì 2 ottobre, termine ultimo per la presentazione della proposta alla Regione e data fissata per l’ultima riunione in sede di Consiglio delle autonomie locali. Il Cal dovrà formulare la “sua” proposta di riforma superando anche lo scoglio dei capoluoghi con le indicazioni delle città di riferimento: in questo momento sembra in vantaggio l’ipotesi di “confermare” a Grosseto il ruolo di capoluogo seguendo il dettame della legge per non non entrare in un terreno minato dal quale sarebbe difficile uscire.
Le decisioni non saranno semplici: la volontà delle istituzioni è quella di cercare una soluzione condivisa in modo da arrivare ad una proposta unanime, ma le divergenze e le pressioni rimangono. Almeno fino a martedì.