GROSSETO – Seduta straordinaria del consiglio comunale a Grosseto sul tema “spinoso” della gestione della risorsa idrica (nella foto un momento della seduta di questa mattina). Un’assemblea aperta anche ai contributi dei rappresentanti di Acquedotto del Fiora, la società che gestisce la rete e i servizi di distribuzione, e quelli del Comitato “Acqua Bene Comune” e del “Forum Ambientalista”.
Ad aprire la seduta l’intervento del presidente di Acquedotto del Fiora, Claudio Ceroni, che ha illustrato lo stato dell’azienda: dalle caratteristiche della rete agli investimenti, alla programmazione per il futuro. L’Acquedotto del Fiora gestisce più di 8 mila chilometri di condutture in un territorio scarsamente popolato (circa 400 mila abitanti per 220 mila utenze): il rapporto è di 27 metri per abitante contro il dato dell’area fiorentina di 8 metri per abitante. «Nonostante questa situazione dal 2004 – ha detto Ceromi – quando l’azienda registrò una perdita di 5 milioni di euro, nel 2011 il risultato d’esercizio è stato positivo con un utile di 6 milioni di euro». E sul fronte degli investimenti nel 2011 l’azienda ha messo a disposizione 25,4 milioni di euro e per il triennio 2014 2016 sono stati programmati interventi per 132 milioni di euro. Risorse che non riusciranno però a coprire la sostituzione della rete che con le perdite e le rotture rappresenta un freno anche alla riduzione dei costi per gli utenti. «Ci vorrebbero 30 milioni di euro l’anno – ha detto Ceroni – per riuscire a sostituire in 30 anni tutte la rete che gestiamo e le risorse che abbiamo a disposizione non sono sufficienti».
Questi i punti messi in evidenza da Roberto Barocci del Fourm Ambientalista: la situazione del territorio dal punto di vista ambientale e i riflessi sulle falde e i bacini di approvvigionamento, la presenza “non naturale” di arsenico nell’acqua della provincia di Grosseto, l’impatto della geotermia sulle falde nella zona dell’Amiata.
Durante la seduta sono stati affrontati anche i temi legati alla “pubblicizzazione” dell’acqua alla luce dei risultati del referendum dello scorso anno. «La novità più rilevante (derivata dalla decisione referendaria, ndr) è la possibilità di affidamento della gestione del servizio idrico integrato ad un azienda speciale» ha detto Andrea Marciani, Comitato Acqua Bene Comune. Alle condizioni di bilancio di Acquedotto del Fiora «i 56 Gomuni delle provincie di Grosseto e Siena – ha aggiunto – Marciani, che ne detengono la quota pubblica, con il riacquisto della quota privata farebbero un ottimo affare, recuperando l’investimento in solo due anni d’esercizio».