di Barbara Farentani
GROSSETO – «Questo è il primo comune in Italia che tenta una operazione di questo tipo, bisognerà valutarne i risultati in itinere, magari tra due anni.» Così l’assessore all’istruzione del comune di Grosseto, Luca Ceccarelli, commenta, davanti ad un gruppo di genitori agguerriti e già decisi a ricorrere al Tar, la decisione di cambiare i criteri per l’accesso ad asili e scuole materne comunali. Ieri il dibattito si è riacceso di nuovi elementi grazie a “Gusta la notizia”, il “salotto” di Paolo Pisani, in cui si dibatte dei temi più caldi della settimana. «Un dibattito – ha precisato Pisani – non una sfida all’Ok Corral»
Un incontro “caldo”, quello di ieri pomeriggio, «Abbiamo fatto un’analisi della situazione anche rispetto alla crisi – ha affermato Ceccarelli – bisogna dare risposte sui servizi educativi e sul sociale. È emerso che le fasce di reddito svantaggiate avevano, una volta escluse dai nidi comunali, difficoltà di accesso molto marcate ad asili di qualità perché troppo costosi. Il risultato – continua Ceccarelli – è che erano costretti a tenere i bimbi a casa, impedendo così a quelle mamme che cercano un lavoro di trovarlo.» Ceccarelli critica le vecchie tariffe, bloccate dal 2004 e poco dinamiche «La prima fascia pagava 85 euro al mese, l’ultima 124, con solo 39 euro di differenza. Abbiamo rivisto la forbice e aumentato la fascia più alta sopra i 28 mila euro Isee, mentre per le fasce intermedie abbiamo creato tariffe personalizzate a secondo del reddito. Con l’ultima fascia, quella più alta, si recupera quanto si “perde” economicamente con il sostegno alle 100 famiglie a reddito più basso.»
Questa scelta, secondo Ceccarelli, va anche a vantaggio dei nidi di qualità, che avevano posti vuoti. Con questa riforma infatti si spingono sul mercato le famiglie che possono permetterselo e magari usciranno dal mercato quelle strutture di più bassa qualità, che avevano vita facile grazie alle tante famiglie a reddito basso che non avevano altra scelta che gli asili-parcheggio.
«Se queste famiglie hanno espresso un disagio – ha affermato Paolo Pacella consigliere d’opposizione – significa che il disagio c’è. Possibile – si chiede Pacella – che nelle pieghe del bilancio non ci siano i fondi per andare incontro alle esigenze di queste famiglie?» «Se nel bilancio ci fossero i soldi per coprire i costi aggiuntivi sarei il primo a rallegrarmene – afferma Ceccarelli – ma non ci sono i presupposti»
«I nostri figli non sono pacchi – ha detto Rinaldo Carlicchi, del Comitato genitori Iside – l’Isee è uno strumento iniquo che agevola i furbetti del quartierino. Il comune di Livorno effettua controlli anche sui beni tipo barche o auto di lusso. Noi non ci fermeremo – continua – faremo ricorso al Tar e anche al Consiglio di Stato.» Quello che contestano i genitori è che le nuove tariffe sono state comunicate in ritardo di fatto impedendo di fare scelte alternative, accedendo ai nidi privati o alla scuola materna statale.
«Perché non fare una moratoria per un anno – ha chiesto Carlicchi – e il prossimo anno chi vorrà riconfermare il bambino nelle strutture comunali lo farà a ragion veduta» «Una moratoria per i genitori che rinnovano rispetto ai nuovi inserimenti non è attuabile – ribatte Ceccarelli – non si possono applicare tariffe diverse in presenza di identici servizi e reddito, quanto poi a rivedere l’intero sistema tariffario significherebbe fare un buco di bilancio. Le 400 euro della fascia più alta non sono una tariffa esagerata se si guarda fuori Grosseto. Non si è voluto far cassa sui bambini – prosegue Ceccarelli – anzi incasseremo meno. Erano otto anni che le tariffe non venivano toccate e i genitori hanno pensato in buona fede che sarebbero rimaste invariate anche quest’anno ma il regolamento di Iside afferma che “la famiglia si impegna a pagare quanto deciso dal consiglio”. Di fatto – osserva Ceccarelli – c’è stata una redistribuzione»
«Aiutare le fasce più deboli è onorevole – sottolinea una mamma – ma non vedo perché dobbiamo pagare noi per i figli degli altri, il carico deve gravare su tutti i cittadini» «In realtà è già così – ribadisce l’assessore all’istruzione – ogni bambino costa al comune 1.200 euro, di questa cifra le famiglie pagano al massimo il 20% il resto è redistribuito su tutta la comunità»
Quanto poi a mettere sullo steso piano asili comunali e privati Ceccarelli è netto «Bisogna confrontare i servizi offerti, i nostri sono superiori»
Non è d’accordo sull’eccellenza offerta dalle strutture comunali uno dei padri intervenuti «ma dove è questa eccellenza? siamo costretti a portare la carta igienica da casa», mentre una mamma parla di imposizione «Ci avete tolto la libertà di scegliere» altri genitori hanno invece sottolineato come la crisi abbia cambiato la situazione rispetto al reddito fotografato dall’Isee dello scorso anno e temono di non riuscire a pagare le nuove tariffe.
«Secondo noi era molto urgente questa rimodulazione, non potevamo rimandare di un anno – dichiara Ceccarelli -, così siamo riusciti a dare risposte a tante famiglie in difficoltà.» Famiglie che comunque saranno tenute sotto l’occhio vigile della Guardia di Finanza che, su richiesta del comune, effettuerà controlli a tappeto sulle fasce di reddito più basse: «I primi risultati si sono già visti – afferma l’assessore – già dieci famiglie a tariffa zero hanno rinunciato all’asilo»
Quanto alla comunicazione tra Istituzione e famiglie Luca Ceccarelli ammette che in futuro dovrà essere migliore e più efficace. Su un punto il comune è disposto ad un passo indietro: nel caso di famiglie con più figli negli asili comunali, in questo caso si studieranno dei tetti massimi di spesa.
E la prossima settimana l’appuntamento con Gusta la notizia si rinnova per parlare del Mercatino dei Ragazzi «che quest’anno – ha ricordato Pisani – per la prima volta non si farà in piazza perché la Soprintendenza non ha dato l’autorizzazione»