di Piero Simonetti
GAVORRANO – 20 settembre 1870: la breccia di Porta Pia. Una data purtroppo scivolata nel dimenticatoio, specie tra le giovani generazioni. Si potrebbe addirittura affermare che è questa la data del vero inizio dell’Unità d’Italia, coincidente con la caduta del regno temporale del Papa. A sostegno di ciò basterebbe considerare che il grande filosofo italiano Benedetto Croce, fa iniziare proprio dal 1870 la sua opera dal titolo “Storia d’Italia”.
Il 15 settembre 1864 la capitale del Regno d’Italia venne trasferita da Torino a Firenze. Il 27 gennaio 1871 il Senato approvò il trasferimento della Capitale d’Italia da Firenze a Roma con 74 voti favorevoli e 39 contrari. La Camera a sua volta approvò cinque giorni dopo, il 1 febbraio 1871, con 232 voti favorevoli e 27 contrari. Il 28 giugno 1871 il Re Vittorio Emanuele II lasciò ufficialmente la città di Firenze ed il 2 luglio il Governo ed il Re trasferirono le loro sedi a Roma. Il 30 giugno 1871 Roma è ufficialmente Capitale del Regno d’Italia, con l’entrata in vigore della Legge n° 33.
Altre date da ricordare: il 12 marzo 1860 (prima della spedizione dei Mille) la Toscana aderì al Regno di Sardegna con un plebiscito ove 366.571 furono i voti favorevoli, 14.925 i contrari e 4.949 gli astenuti (534.000 gli iscritti al voto e 386.445 coloro che votarono).
Il desiderio che Roma divenisse la capitale del Regno Italico accumunava tutti, da Cavour a Garibaldi, da Ricasoli a Mazzini, inclusa la Casa Reale. Ma occorreva il consenso della Francia che non intendeva togliere il suo protettorato militare a difesa del Papa.
Ci furono per anni fitte consultazioni tra il Governo italiano e gli altri Stati d’Europa, per rassicurare tutti circa il mantenimento della libertà del Papa. Insomma, un gran lavoro diplomatico. In Francia il 4 settembre 1870 cadde l’Impero e si aprì la strada alla Terza Repubblica, facilitando il distacco e la forte diminuzione della presenza francese in Roma a protezione del Papa, consentendo quindi all’Italia di potersi muovere anche militarmente.
L’intervento militare fu comunque di basso livello. L’esercito regio, al comando del gen. Cadorna, entrò in Roma al mattino del 20 settembre: in totale 47 morti e circa 200 feriti il bilancio complessivo delle poche ore di battaglia. La resa delle truppe del Papa Re, costituite in gran parte da Zuavi, Guardie Svizzere e volontari, fu immediata ed il Pontefice si ritirò in Vaticano.
Nella Sala Consiliare del Comune di Gavorrano una vecchia lapide commemorativa ricorda i fatti del 20 settembre 1870.